Riceviamo e pubblichiamo:
Gentile Redazione,
in merito alla pubblicazione sul periodico online “Nuova Società” dell’articolo “La vergogna continua”, a firma di Diego Novelli, vorremmo fornire alcune precisazioni in merito al bando dei 500 giovani per la cultura promosso recentemente dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo.
Nel testo dell’articolo riscontriamo una inesattezza di base: i rapporti previsti dal bando vengono definiti erroneamente “contratti precari”, mentre in realtà si prevede un contratto di formazione.
Come è noto, a causa del blocco del turn over, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – e tutte le amministrazioni statali – non può assumere per legge nessuna nuova risorsa.
Il bando è stato concepito come un’opportunità per selezionare i neolaureati più meritevoli ed offrire loro un momento qualificato di formazione, per studiare il patrimonio culturale dal suo interno e in modo ravvicinato.
Il bando 500 giovani per la cultura è dunque animato dall’intento di fornire un’opportunità in più, senza toglierne a nessuno, e di certo non a coloro che già le possiedono. Il suo obiettivo è quello di consentire ai giovani di accedere ad un’esperienza di alto profilo per arricchire il proprio curriculum di studi in tema di patrimonio culturale, con l’auspicio che possa rivelarsi un’occasione importante nel loro iter di crescita professionale ed umana.