Fa un passo avanti l’inchiesta sulla morte della piccola Charice Obibhunu, la bambina di due anni morta lo scorso 29 settembre a Torino in seguito uno scontro frontale tra la Punto dove viaggiava con la mamma e una Bmw Cabrio. L’incidente era avvenuto in strada Aeroporto, nella cintura torinese. I carabinieri della compagnia di Mirafiori hanno sequestrato la Bmw e le altre 266 automobili intestate al proprietario, un 29enne italiano residente nel capoluogo piemontese. La misura è stata emessa dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Torino. Gli inquirenti ipotizzano che le macchine, sparse nel Paese, venissero utilizzate da persone con precedenti penali o per commettere reati. L’intestatario, che ha diversi precedenti penali e su cui pesa anche un’evidente sproporzione tra l’irrilevante reddito dichiarato e i beni posseduti, al momento non è stato denunciato.
Continuano così le indagini su un caso che ha, da subito, suscitato il clamore e la rabbia dei cittadini, sia per la giovane età della vittima, sia perché l’uomo alla guida della Bmw, un giovane rumeno con precedenti penali che tornava da un matrimonio assieme ad alcuni amici, aveva nel sangue un tasso alcolemico doppio rispetto a quello consentito e avrebbe dovuto essere a casa poiché agli arresti domiciliari. Al momento dello scontro era stata indagata anche Katiuscia Dessì, la mamma della piccola, dal momento che, forse cedendo a un capriccio della figlia, non l’aveva messa in sicurezza dietro sul seggiolino ma nel sedile davanti, vicino a lei, legandola con cinture di sicurezza che però erano troppo larghe per il suo corpicino.
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