Dopo i bambini che già frequentavano gli asili nidi di piazza Cavour l’assessora all’istruzione del Comune di Torino Federica Patti ha incontrato anche le famiglie dei piccoli ammessi in graduatoria e che prima della repentina chiusura erano in attesa di inserimento.
Una cinquantina di genitori ricevuti nella sede dell’assessorato di via Bazzi 4, per trovare una collocazione anche ai loro bimbi. Anche se in molti, mentre attendono l’arrivo dell’assessora non nascondono la loro preoccupazione. «Ci hanno trattato come serie b, garantendo un posto ai frequentanti, ma anche noi siamo entrati in graduatoria – spiega una mamma – Abbiamo appreso la notizia dai giornali, è solo una mail ci ha avvisato della riunione».
«Il resto sono solo voci di corridoio», le fa eco un’altra che non nasconde la sua preoccupazione «Abbiamo cercato di fare rete tra noi, per scambiarci le informazioni che avevamo e provare a sapere qualcosa di più concreto».
«Ci rendiamo conto dei disagi di chi aveva una data dell’inserimento», ha subito replicato Patti durante la riunione, affiancata dal dirigente del settore educativo Giuseppe Nota scongiurando anche il principale timore delle famiglie, ovvero che non ci fosse un posto per l’anno in corso.
«Abbiamo trovato quattro sedi principali e poi fattonil quadro di tutti i posti disponibili in nidi comunali e convenzionati, ma anche un elenco di quelli non convenzionati», spiega Nota che elenca i nidi di corso Bramante, via Banfo, via Andreis e via Fontanesi. «Ma qui abbiamo messo i già frequentanti e voi non ci state tutti. Ad oggi abbiamo 30 posti in via Banfo, 11 in via Fontanesi e pochi nelle altre sedi».
Insomma come era stato per i già frequentanti una mail informerà le famiglie dei posti disponibili e mamme e papà dovranno rispondere con la loro scelta entro pochi giorni.
Ma le soluzioni prospettate non convincono i genitori. E le urla si sentono dagli uffici di via Bazzi. “Bambini così piccoli messo su un pulmino, in asili così lontani a colmare i posti vuoti lasciati da altri” dicono mentre io malumore si fa forte. C’è chi cerca rassicurazioni per una iscrizione ad un nido privato o in famiglia a tariffa agevolata e più volte viene risposto che il Comune provvederà a pagare la differenza di prezzo tra la tariffa comunale in base all’isee e la retta richiesta dalla struttura prescelta. Altrimenti si procederà ad occupare i posti liberi in qualche asilo pubblico, con l’obiettivo di riprendere le attività e gli inserimenti entro il 15 ottobre. Una corsa contro il tempo: infatti il Comune manderà una mail nella giornata di giovedì e i genitori dovranno esprimere le loro preferenze entro il lunedì successivo. Nel caso ci fossero più richieste di posti disponibili si procederà secondo la graduatoria dello scorso maggio.
Ben più complicato è il caso dei lattanti: dodici bambini che non possono essere ospitati in tutte le strutture e che difficilmente possono essere trasportati su uno scuolabus. Ma di fronte alle reazioni esasperate dei genitori il Comune fa spallucce. Non si sa quali delle quattro sedi rimaste libere possono ospitare i bimbi sotto i 12 mesi, «ve lo comunicheremo nella mail, prima verifichiamo» dicono. E nemmeno tutti i nidi privati sono disponibili per i bimbi più piccoli. «Finisce che per avere un posto domani mattina ci mettiamo tutti in coda nei pochi nidi privati ancora liberi per firmare l’accettazione del posto. Solo per non lasciare a casa i nostri figli, senza avere il tempo di valutare la qualità del servizio offerto».
Poi l’orologio batte le sette di sera. Poco importa le tante mani alzate e i tanti dubbi ancora non chiariti dei genitori presenti. L’assessorato deve chiudere e tutti se ne devono andare a casa. Ad aspettare la mail per decidere che fine faranno i propri piccoli.