Dopo le tante polemiche è stata inaugurata in via Po la targa per ricordare Roberto Crescenzio, lo studente lavoratore morto il 3 ottobre 1977, dopo che il 1° ottobre era rimasto vittima nel rogo dell’Angelo Azzurro.
La lapide è stata apposta a pochi metri dal locale “Xò” un tempo il bar dove vennero lanciate le molotov in quanto considerato luogo di ritrovo dei neofascisti torinesi.
A rappresentare la sindaca Chiara Appendino c’era il presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci. Prima della posa in via Po 46 c’è stata una cerimonia alle 11 nell’aula magna del Liceo Classico “Gioberti”, a cui ha partecipato il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti, il presidente dell’Associazione vittime del terrorismo, l’Aiviter Roberto Della Rocca, e una parente di Crescenzio, Federica Marchioro.
«Né un’ideologia, né l’anelito verso qualsiasi ideale – ha detto Versaci – può giustificare quanto accaduto». «Ed è fuorviante sottilizzare sulla terminologia da utilizzare per ricordare questo giovane», ha concluso il presidente del Consiglio ricordando la polemica con chi aveva chiesto che invece di “vittima del terrorismo” nella lapide si dovesse scrivere “vittima della violenza politica”.