Mille euro per le Aps piemontesi. E’ quanto deciso nell’ambito della discussione in Commissione regionale che ha portato ad approvare il “Bonus Piemonte” per le realtà colpite dall’emergenza Coronavirus.
A proporre l’aiuto per le associazioni di promozione sociale un emendamento al testo del decreto di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi, firmato anche dai consiglieri Pd Diego Sarno e Daniele Valle.
“Una discussione sfiancante” afferma Grimaldi “La Commissione odierna ha proceduto a singhiozzi, l’Assessora Poggio era decisa a respingere tutti gli emendamenti delle opposizioni all’art. 3 e all’art. 4 del ddl, ma infine ha deciso di accogliere quello sulle APS”.
Il capogruppo Luv e gli esponenti Dem si dicono soddisfatti: “È una piccola correzione ottenuta in extremis, che sana parzialmente uno dei tanti problemi del Bonus Piemonte: grazie al nostro interventi. Le associazioni di promozione sociale e le SOMS che fanno anche della somministrazione di cibi e bevande un lavoro sono equiparate agli esercenti già inclusi nel Bonus, anche se purtroppo riceveranno solo mille euro”.
“Con il nostro lavoro di ieri e di oggi, tante categorie non considerate sono state infine incluse nel Bonus: librerie, autoscuole, agenzie di viaggio e negozi di abbigliamento, e poi, oltre alle APS, ludoteche. Tuttavia a questi soggetti è stata riservata poco più che una ‘mancia’ (1000 o 1500 euro) e tantissimi altri sono rimasti fuori” aggiungono i consiglieri, che concludono: “Avremmo volutoche l’Assessora Poggio ci spiegasse perché chi fa concerti dal vivo debba prendere quasi un terzo rispetto a chi possiede una discoteca e perché queste ultime, che vivono di spese vive più basse, cachet più bassi e lavori più saltuari otterranno 2500 euro di Bonus e posti come Hiroshima, Offtopic e CAP10100, aperti 6 giorni su 7 e con maggiori spese per i live e uguali limiti di riapertura, solo 1000? La Giunta, poi, bocciando alcuni nostri emendamenti, ha escluso migliaia di esercizi minori che non avendo strumenti di pressione adeguati sono rimasti a bocca asciutta e tutti i lavoratori che organizzano spettacoli dal vivo e service musicali. Non c’è una logica per queste discriminazioni, che nella migliore delle ipotesi sembrano frutto di puro dilettantismo e nel peggiore di un totale rifiuto di ascoltare”.