E’ stato uno degli scogli su cui più volte si è incagliata l’amministrazione Appendino e ora il futuro sindaco è chiamato a risolvere il problema dei ritardi e delle lunghe attese all’anagrafe di Torino.
Alla domanda sul questo tema durante il confronto fra i candidati sindaco organizzato dal Corriere della Sera al Salone del Libro Stefano Lo Russo e Paolo Damilano hanno dato risposte alquanto differenti.
Per il candidato del centrosinistra si tratta di rafforzare la macchina comunale e di provvedere alla riapertura delle sedi decentrate con l’obiettivo di arrivare “entro 6 mesi a una settimana al massimo per avere la carta d’identità”. “L’anagrafe – dice Lo Russo – è un problema di macchina, di non corretta gestione delle procedure e dell’allocazione del personale. È l’esempio di una macchina comunale che va riorganizzata in termine di processi, deve avere una guida e dobbiamo immettere dei giovani e rimotivare i dipendenti. Altre grandi questioni – aggiunge – la digitalizzazione, che funziona se accompagnata e capita, e la riapertura delle sedi decentrate”.
Per lo sfidante di centrodestra invece si deve investire su “semplificazione e lavoro sul back office” valutando il rapporto costi-benefici per l’eventuale riapertura di uffici periferici oggi chiusi. Per Damilano, “il futuro deve essere fatto da digitalizzazione e semplificazione. Si deve lavorare molto sul back office, con tablet dove l’impiegato può svolgere più di una funzione. Inoltre – conclude a proposito delle riaperture – bisogna domandarsi quale sia la migliore delle soluzioni, capire il rapporto costi e benefici, perché se migliori la mobilità non è magari necessario investire su sedi che sarebbero sì più vicine ma magari non così necessarie e sostenibili”