Si intitola Amiat è… la nuova campagna di comunicazione istituzionale della società che si occupa della raccolta rifiuti a Torino e che sarà lanciata nelle prime settimane di ottobre di quello che è un anno che vede Amiat spegnere le 50 candeline.
Una campagna che illustra, attraverso immagini grafiche elaborate dal Politecnico di Torino, tutte le tipologie di servizi che vengono offerti al cittadino: dalla raccolta differenziata e quella di rifiuti ingombranti, ai servizi di viabilità invernale e di igiene urbana, fino al laboratorio analisi e all’innovazione tecnologica.
«Una campagna che è un’occasione di riflessione tra passato e presente, elementi fondamentali per un’azienda che ha come vocazione quella di una continua innovazione» spiega il presidente di Amiat Christian Aimaro che precisa anche come obiettivo della società sia «migliorare e ampliare ancora i servizi offerti alla città».
In quest’ottica si inserisce l’estensione della raccolta differenziata porta a porta. Nei primi nove mesi del 2019 altri 80 mila torinese, nei quartieri Santa Rita e Aurora, sono stati interessati dal servizio, mentre è in fase di attivazione a San Paolo e con l’inizio del 2020 anche a Cenisia. Ultimo quartiere ad avere la differenziata porta a porta sarà il centro entro la prima parte del 2021.
«Come amministrazione abbiamo sempre detto che il tema dell’estensione della raccolta differenziata è una priorità – ricorda la sindaca Chiara Appendino – all’inizio sembrava impossibile e invece, anche grazie alle iniziative di comunicazione, abbiamo notato una notevole sensibilità al tema e una buona predisposizione al mettersi in gioco e cambiare le proprie abitudini».
Opinione condivisa anche dall’assessore all’Ambiente Alberto Unia che ha sottolineato come «Il 2019 è un anno importante perchè ci stiamo espandendo con il porta a porta e dobbiamo ringraziare Amiat per il lavoro svolto e il cammino di innovazione».
Ad accompagnare la campagna di comunicazione ci sarà anche Taurino Netturbino, la mascotte dell’azienda nata dalla penna di un suo dipendente, Francesco Bastianoni.