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giovedì, 19 Settembre 2024

Allarme a Torino: per l’Estate 2020 la metà degli alberghi non aprirà

Federalberghi Torino: “La crisi economica per noi inizia ora, servono una visione di lungo periodo e misure specifiche per la nostra categoria, se continua così a settembre molti saranno costretti a scelte drastiche”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Nel mese di maggio, con la progressiva uscita dal lockdown, la percentuale di occupazione delle camere nelle strutture ricettive di Torino che hanno ripreso l’attività (il 35% circa) si è attestata al 20% ma le previsioni per giugno, luglio e agosto rivelano percentuali inferiori al 15% con forti incertezze anche per settembre. 

Entro il mese di giugno, secondo le stime di Federalberghi Torino, il numero delle strutture aperte in città e in provincia raggiungerà il 50%. Il resto degli hotel ripartirà direttamente a settembre, con una piccola quota di imprese che riaprirà addirittura solo a partire dal 1° ottobre. 

L’indagine condotta da Federalberghi Torino sembra confermare gli scenari ipotizzati durante il lockdown e indica che l’estate – da sempre periodo di bassa stagione per le strutture della città – non evidenzia segni di ripresa. Il tasso di occupazione previsto per il mese di giugno si ferma al 15%, scende al 10% a luglio e crolla ulteriormente nel mese di agosto. 

“Gli imprenditori che hanno riaperto lo hanno fatto solo per spirito di servizio. I dati che abbiamo raccolto confermano i timori più volte manifestati negli ultimi mesi – dichiara Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – archiviata la fase più critica dell’emergenza sanitaria per gli imprenditori del settore inizia ora la crisi economica vera e propria con la prospettiva di tornare ai livelli del 2019 non prima di 2 o 3 anni. Per questo, ancora una volta, chiediamo alle istituzioni, anche quelle locali, di riconoscere la specificità della nostra categoria ma soprattutto di elaborare una strategia di medio-lungo periodo per quanto riguarda, da una parte, la sospensione dei tributi nonché la concessione di aiuti concreti e, dall’altra, la definizione e l’attuazione rapida di un efficace piano di rilancio turistico del territorio. In alternativa, da settembre in poi molti di noi saranno costretti a scelte drastiche per sopravvivere”.

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