“Nei giorni scorsi ad Ivrea – denuncia il parlamentare della Lega Alessandro Giglio Vigna, membro della Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale e della XIV Commissione politiche dell’Unione europea della Camera dei Deputati – ad un detenuto di 32 anni, in carcere per omicidio, è stato ritrovato un micro telefono cellulare con scheda sim inserita, grazie ad una perquisizione del personale di vigilanza della casa circondariale. E’ una situazione che si ripete sempre più spesso, e la Lega chiede con interrogazione a risposta scritta al Ministro della Giustizia se abbia intenzione di intervenire per risolvere la situazione”.
Gli strumenti, sottolinea Giglio Vigna, esistono, e basta autorizzarne l’utilizzo: “il jammer telefonico (disturbatore di frequenze) è utilizzato per impedire ai telefoni cellulari di ricevere o trasmettere onde radio. Esistono anche jammer in grado di impedire il corretto funzionamento di sistemi Gps. Quando viene attivato, inibisce il funzionamento di questi dispositivi rendendoli completamente inefficaci. Chiediamo al Ministro se non ritenga indifferibile dotare il carcere di Ivrea, e tutti quelli che ne siano sprovvisti, dei jammer, ovvero dei disturbatori di frequenza, così da impedire ai detenuti di effettuare telefonate con le quali sicuramente vi è un prosieguo dell’attività criminale. Sarebbe un segnale importante di vicinanza anche nei confronti del personale di vigilanza del penitenziario eporediese, considerato che da tempo il sindacato denuncia situazioni di violenza, aggressioni e offese agli addetti della Polizia Penitenziaria da parte dei detenuti”.