di Moreno D’Angelo
La nuova legge sulla montagna proposta dalla maggioranza e votata oggi in Consiglio regionale ha incontrato il sostegno dell’opposizione mentre non hanno votato a favore alcuni consiglieri di Fdi e di Progett’Azione.
Un intervento legislativo diventato necessario per far fronte ai problemi conseguenti all’abolizione di 48 Comunità Montane, che decadranno a maggio, a seguito di una legge nazionale. Non a caso erano presenti alla votazione i sindaci delle terre alte in fascia tricolore.
Con la nuova norma i Comuni montani, aggregandosi tra loro, costituiranno le Unioni Montane. I nuovi enti esercitano insieme, attraverso questo soggetto, alcune funzioni riguardanti sistemazione idrogeologica e idraulico-forestale, economia forestale, energie rinnovabili, opere di manutenzione ambientale, difesa dalle valanghe, turismo in ambiente montano e altro. La nuova legge ha inoltre ripristinato il Fondo regionale per la montagna.
Per il capogruppo del Pd, Aldo Reschigna «è una legge che riempe i vuoti lasciati dalla legislazione precedente». E spiega: «Viene così superata la parcellizzazione del sistema amministrativo in montagna, con la possibilità per un singolo Comune di accedere a finanziamenti annullando in mille rivoli le risorse destinate alla montagna».
Concorde il giudizio di Monica Cerutti consigliera regionale di Sinistra Ecologia e Libertà: «Un disegno di legge importante per i territori montani che va a mettere ordine a un sistema che necessitava di una riorganizzazione dopo la riforma delle comunità montane. In extremis l’amministrazione regionale è riuscita a trovare una sintesi politica tra opposizione e maggioranza che è frutto di una mediazione che risponde agli amministratori locali e agli addetti del sistema montano. Sventato il pericolo di un buco legislativo in materia».
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