Quattrocento milioni con un nuovo bando di finanziamento per l’edilizia universitaria e un piano straordinario per l’assunzione a livello nazionale di 1600 ricercatori. È la “svolta” annunciata dal ministro per la ricerca e università Gaetano Manfredi ospite all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico. Risponde così al bisogno della costruzione di conoscenza attraverso un’alleanza tra politica e università «per recuperate la fiducia delle persone nelle competenze», evocata dal rettore Guido Saracco nella sua introduzione.
È stata un’analisi profonda del nuovo tessuto universitario, formativo, sociale, economico e politico quello che il rettore del Politecnico di Torino ha presentato: «Dobbiamo cambiare insieme e in modo coerente e questo necessita dialogo». Richieste chiare al Ministro: «investire in spesa per la formazione, su progetti ben precisi, abbiamo un corpo docente sottodimensionato. Siamo investiti da un numero di studenti importante anche e soprattutto dal sud. La media del servizio è di un insegnante ogni 40 studenti. Non chiediamo finanziamenti a pioggia ma mirati a progetti che creino impatto sociale».
Lo sguardo al futuro è ambizioso: l’obiettivo del Politecnico è la nascita a Torino, nella sua area metropolitana e nell’intera Regione, dei distretti di sviluppo delle imprese «basati sulla co-presenza di enti pubblici e privati». «Aree – ha proseguito – in cui le università del territorio esercitano, per aree tematiche ben precise, come la Città dell’Automobile e della Manifattura 4.0, la Città dell’Aerospazio, la Città della Salute e dell’Innovazione, la Città della Scienza, il Distretto del Digitale o il Parco dell’Economia Circolare le proprie funzioni di formazione, ricerca applicata, supporto all’innovazione, condivisione della conoscenza al servizio delle imprese e della società».
Comunità di conoscenza e innovazione per superare l’attuale crisi economica e sociale: «È necessario il cambio di paradigma che il nostro piano strategico identifica come il passaggio da una “Università Fabbrica” che consegna laureati e risultati di ricerca all’industria e gli altri attori dello sviluppo sociale ad una “Università Piattaforma” che realizza compiutamente formazione e ricerca in collaborazione stretta con queste ultime controparti», spiega il Rettore.
«La messa in campo di nuove strutture finanziarie per restiture centralità all’università è fondamentale per un cambio di passo – secondo Bruno Codispoti, rappresentante degli studenti del Senato Accademico senza la quale – non può esserci garanzia di futuro. L’ università deve essere gratuita. I Governi si sono sempre disinteressati dell’impoverimento culturale osservabile soprattutto nel meridione. Dobbiamo rivedere il sistema di finanziamento, oggi basato su pessime ripartizioni di risorse e sulle tasse per gli studenti sempre più alte. Le borse di dottorato nemmeno garantiscono la pensione. Dare respiro all’Università Italiana significa consentire nuove assunzioni».
35.700 studenti, 53 corsi tra primo e secondo livello di formazione, 16 corsi di Dottorato per oltre 800 dottorandi, 6.700 studenti stranieri (il 16% del totale degli studenti) provenienti da 115 Paesi, 76 milioni di euro ricevuti su 119 progetti del programma europeo Horizon 2020, 784 brevetti depositati e 60 spin-off costituite.
«Siamo sulle soglie di un cambiamento radicale del capitalismo? – riflette Enrico Giovannini portavoce dell’Alleanza Italiana per li sviluppo sostenibile -. Se cambia tutti noi non possiamo non cambiare anzi siamo al centro del cambiamento perche siamo obbligati a prendere posizione».