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sabato, 2 Novembre 2024

Tragedia Norman Atlantic, i conti non tornano

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Mentre le condizioni meteo ostacolano lo sbarco sulle coste italiane dei naufraghi del Norman Atlantic, il traghetto che domenica ha preso fuoco al largo delle coste albanesi, tre procure pugliesi hanno aperto altrettante inchieste sull’incidente. Indagati il comandante della nave Argilio Giacomazzi, che tanto si è distinto nelle operazioni di salvataggio, e l’armatore: le accuse sono di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Si tratta di un atto dovuto: le posizioni di comandante e armatore verranno chiarite nel corso delle indagini.
Ancora incerto il bilancio delle vittime. Come ha sottolineato il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, è ancora presto per fornire numeri precisi. Ma le autorità hanno già individuato delle anomalie tentando di riscontrare il numero esatto delle persone a bordo del Norman Atlantic prima che scoppiasse l’incendio. Secondo la lista d’imbarco, infatti, figurano 478 passeggeri. Il ministro Lupi ha affermato che le persone messe in salvo sono 427, dieci le vittime accertate fino ad ora. Ma tra i naufraghi che stanno arrivando in Italia figurano i nomi di persone che non sono presenti nella lista. Ora spetta al porto d’imbarco eseguire le opportune verifiche, considerando che nel suo tragitto il traghetto ha effettuato uno scalo nel corso del quale alcuni passeggeri potrebbero essere scesi.
Un’ipotesi preliminare, tuttavia, è quella che a bordo del traghetto vi fossero alcuni clandestini, considerato anche che la Grecia è un punto di snodo particolarmente importante per molte persone che fuggono da guerre e minacce dell’area mediorientale. Nell’attesa delle dovute verifiche «continueremo a scandagliare il mare» ha assicurato il ministro della Difesa Roberta Pinotti. All’appello mancano almeno 38 persone. Tra i dispersi anche alcuni passeggeri italiani, tutti autotrasportatori: Giuseppe Mancuso, 57 anni di Messina, non risponde ai familiari da più di trentasei ore e altri tre autotrasportatori napoletani, che potrebbero essere a bordo delle navi militari in arrivo in Italia. «Stiamo aspettando di sapere dove stanno i nostri cari. Dopo 36 ore ne abbiamo diritto», ha commentato il titolare napoletano della ditta di trasporto.
Il Norman Atlantic partito da Patrasso domenica scorsa doveva arrivare ad Ancona alle 17 ora italiana. Il traghetto aveva lasciato lo scalo di Igoumenitsa e navigava 33 miglia nautiche al largo dell’isola di Othonoi quando ha preso fuoco alle 4.30 del mattino per cause ancora al vaglio degli inquirenti. L’incendio sarebbe scoppiato nel garage dove erano stipati oltre 200 mezzi tra camion e auto. Immediato l’allarme lanciato dal capitano Argilio Giacomazzi, che ha subito ordinato l’evacuazione della nave. Ma le condizioni meteo particolarmente sfavorevoli (vento a 50 nodi, mare forza 8 e onde alte 5 metri) hanno reso molto difficoltosi i tentativi di salvataggio da parte di motovedette ed elicotteri della Marina militare partiti da Grecia e Italia.
A far discutere nelle prime ore era stata la notizia che il traghetto fosse salpato nonostante fossero state riscontrate alcune anomalie. L’ammiraglio Carlone ha chiarito però a Palazzo Chigi che «La nave era stata ispezionate il 19 dicembre a Patrasso: erano state riscontrate sei deficienze di cui due immediatamente risolte e comunque senza rilevanza nell’incendio. Per le altre quattro era stata prescritta la soluzione in 14 giorni. La nave era pienamente efficiente, rispondeva a tutti i requisiti».

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