Nel delirio del sabato torinese, l’ultimo prima dell’entrata in vigore delle nuove norme per contrastare la diffusione del Covid, tanti affari per pub e locali notturni ma sui controlli si è sfiorato il ridicolo.
“Ho visto un ragazzo entrare con il Qr della Conad, mentre qualcuno si è fatto passare il telefono da un amico ed è poi entrato tranquillamente nel locale. Tanto l’addetto alla sicurezza verificava solo l’esistenza di un Qr code” ci dichiara Cristina, impiegata di 30 anni, insieme ai suoi amici.
Indubbiamente per i locali e discoteche il problema delle verifiche dei telefonini di centinaia di persone non è semplice, sia sotto l’aspetto pratico tecnico che per quello normativo. Si pensi ai margini operativi delle non meglio specificate figure preposte al controllo. E l’addetto ai controlli in ogni caso non potrebbe richiedere dei documenti per verificare la reale proprietà del green pass? Questo mentre emerge come in molti locali pubblici non venga più accettato il permesso cartaceo. Il motivo? A volte basta un foglio appena spiegazzato per non poter fare la scansione.
Ieri pare che i ragazzi con il green pass cartaceo siano poi di fatto tutti entrati lo stesso ma sono stati avvisati che da lunedì 6 gennaio non sarebbe più stato possibile.
Certo vi sono anche locali in cui i controlli sono stati efficaci e certosini ma, nella gran parte, si è navigato senza farsi troppi problemi per una serata da manna dal cielo dopo tante restrizioni e difficoltà. In ogni caso permangono incognite sulle prossime feste perché il quadro emergenza Covid resta comunque preoccupante (anche se in Piemonte il quadro risulta alquanto rassicurante), e non si sa quali sviluppi potranno registrarsi nonostante il boom di vaccinazioni in corso, anche per l’incognita nuove varianti. Segnaliamo infine che si ha voce di alcune location che, per evitare pesanti conseguenze a causa di un solo possibile intruso privo di regolare permesso, stiano seriamente pensando di chiudere a Capodanno.