Italiani davvero brava gente, al di là del famoso film (1964) di Giuseppe De Santis, se riescono a sopportare il politico che prova a divertire quando si traveste da comico e gioca invece a fare il serio al rovescio.
Assurdità grilline, ma non troppo, quando si è alla canna del gas nei consensi e si scivola sempre più coi voti. Questo spiega, almeno in parte, le sciabolate che il maschio Alfa del grillismo continua a infliggere al buon senso pur di guadagnarsi un trafiletto sui giornali e tv che dice di odiare.
L’ultima è sul razzismo: «è un falso problema, un fenomeno esclusivamente mediatico», ha frinito il politico-comico con l’occhio rivolto alla manifestazione di alto senso civico che si è svolta a Milano.
Il suo alter ego comico-politico, in un sussulto di dignità, ha provato ad ammonirlo, a temperarne il disappunto per il successo dell’iniziativa del sindaco Sala. Niente da fare. Dall’alto dei suoi studi giuridici e della sua familiarità con il latino ha proseguito coerentemente tamquam non esset, come se non esistesse davvero, il problema. Lui sa tutto.
Esattamente come governano i suoi Cinquestelle, dall’alto della beatitudine dell’Italia migliore che verrà…, che loro ritengono comunque già bella, se non altro perché se ne occupano. Sarà per questo che oggi a Torino il ministro del lavoro, gran suonatore di grancasse, Gegè Di Maio, presenta il fondo Innovazione in totale solitudine rispetto alla società civile, categorie sociali, industriali e sindacati.
Tanto Torino è soltanto la città che ha perduto 1600 aziende nel 2018, quella che i sociologi definiscono il Sud del Nord. Che problema c’è? Se non mediatico.