Insuperabili criticoni quelli de “Il Fatto Quotidiano” cui non va mai bene niente. Nel criticume orgiastico in cui sguazzano un giorno sì e un altro ancora per dire a se stessi d’essere i piu bravi, svegli, colti, intelligenti, capita però che per legge dei grande numeri ci azzecchino.
Come con la scivolata a piedi uniti sul lumbard muscolare Matteo Salvini, censurato per i suoi travestimenti da oscar del pessimo gusto, politico naturalmente. La galleria è nota: Salvini-poliziotto, Salvini-palombaro, Salvini-pompiere. Immedesimazioni che ricordano tanto il Berlusca degli anni d’oro, quanto la buonanima di Lui, il signore del Ventennio in orbace, che preso da foga mistica-contadina arrivò persino a togliersi la maglia, come un calciatore dopo il goal, per restare a petto nudo in una delle sue battaglie del grano.
Per fortuna, Salvini, complice il freddo e il gelo dell’inverno, ha risparmiato a tutti noi esibizioni intime. E si è ben guardato da rimanere in slip per i cosiddetti tuffi polari nell’amato fiume Po divinizzato dal suo padre politico, Umberto Bossi.
Ed è proprio per gratitudine verso il vecchio Senatur che Salvini, come si chiedono ironicamente quei birbantelli del Fatto, non ha un suo vestito e finisce per indossare quelli degli altri.
Lo fa unicamente per risparmiare col proposito, non dichiarato per discrezione, di risparmiare, così da accelerare il pagamento dei debiti della Lega, la cui estinzione è previsto per fine secolo.
Encomiabile spirito risparmioso quello del nostro ministro dell’Interno, a dispetto di chi lo considera soltanto un esibizionista.