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mercoledì, 23 Ottobre 2024

Salone del Libro. La rabbia dei piccoli editori

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Moreno D’Angelo

Non sembra nascere sotto una buona stella questa edizione 2016 del Salone del Libro, in programma dal 12 al 16 maggio al Lingotto di Torino. La grande kermesse, secondo quanto espresso dal presidente Giovanna Milella, si presenta ampiamente rinnovata rispetto al passato. Tuttavia  proclami sul risanamento e  la soddisfazione per i nuovi sponsor non hanno spento il clima polemico di fondo su cui è arrivata una nuova tegola. Si tratta dell’addio dell’Associazione Italiana Editori (Aie) dal consiglio di amministrazione della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura.

Per Cna Editoria Piemonte è un preoccupante segnale del crescente distacco del Salone del Libro di Torino dalla realtà editoriale italiana.

La Cna, che rappresenta ben 2300 imprese, punta il dito contro la presidente Giovanna Milella per  «non essere mai stata convocata per discutere insieme sul ruolo della piccola editoria in seno al Salone» e precisa senza mezzi termini: «Abbiamo chiesto e richiesto di poterci confrontare con la nuova dirigenza della Fondazione,  certi che sarebbero state superate le tante lacune della gestione Picchioni, più volte denunciate dai piccoli editori che sono l’anima del Salone del libro, ma ad oggi non vi è stata nessuna attenzione nei nostri confronti».

L’associazione di categoria manifesta tutta la sua insoddisfazione per questa situazione essendo «il Salone del Libro da sempre l’unica realtà in Italia dove i piccoli editori hanno la possibilità di essere visibili alla pari dei grandi gruppi editoriali, ristabilendo condizioni di libero mercato che fanno bene alla cultura del nostro paese».

La denuncia dei piccoli editori, dopo anni di crisi e di difficoltà enormi che non hanno spento la vivacità del settore, lamenta in modo più complessivo l’assenza di  politiche attive di sostegno economico che, fino ad oggi, sono rimaste quasi lettera morta.

Insomma senza aiuti è sempre più difficile per i piccoli editori essere presenti negli stand della grande kermesse torinese del libro.

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