A Torino, ormai è risaputo, il capolista per Matteo Renzi, nelle primarie del Partito Democratico è Piero Fassino. Ma il sindaco si troverà di fronte nelle vesti di avversari due suoi assessori: Enzo Lavolta e Ilda Curti. Il primo, assessore all’Ambiente, sarà l’otto dicembre capolista per Cuperlo, mentre la seconda, assessore alle Pari Opportunità sarà capolista per Civati.
«Le nostre liste – ha spiegato durante la presentazione delle liste Cuperlo il coordinatore Mario Sechi – non sono un cartello elettorale e neppure il frutto di un accordo fra capicorrente, ma l’espressione di un gruppo politico coeso, che resterà tale anche dopo l’8 dicembre. Resta invece da vedere che fine farà dal 9 il cartello messo insieme da Renzi».
«Le liste che presentiamo – aggiunge Sechi – sono autorevoli e innovative, con quattro parlamentari e quattro donne capolista sui sette collegi provinciali, contro i sei uomini e una donna di Renzi. Abbiamo tre sindaci, numerosi vicesindaci e assessori, e siamo lieti di ospitare Laura Pennacchi, una delle più importanti economiste italiane e stretta collaboratrice di Cuperlo, che è capolista a Rivoli». «Renzi – ha affermato ancora Sechi – è un competitor temibile, favorito dai pronostici, ma a Torino provincia le cose non gli vanno così bene. Noi attraverso queste liste siamo convinti di giocarcela, il nuovo va cercato qui, non è certo rappresentato da Fassino»
Nelle liste anche il consigliere regionale Giovanna Pentenero, invece i parlamentari nelle liste Cuperlo sono Anna Rossomando e Andrea Giorgis. Umberto D’Ottavio a Rivolo e Magda Zanoni a Pinerolo-Valsusa. Tra i sindaci ci sono Antonio Ferrentino, di Sant’Antonino, Vincenzo Barrea, primo cittadino di Borgaro Torinese e Roberta Avola Faraci, di Piossasco. Nel collegio di Settimo capolista è Elena Piastra, secondo in lista Giorgio Merlo.
«Con Cuperlo – evidenzia Merlo – ci sono anche esponenti popolari e di area cattolica-democratica, come il sottoscritto». «Votare Cuperlo significa sostenere un partito inclusivo, plurale e di governo, lo stesso voluto da Walter Veltroni fino dalla nascita del Partito Democratico».
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