di Moreno D’Angelo
Duecentocinquantadue in meno rispetto al 2013. Continuano a scendere le imprese artigiane in Piemonte. Il bilancio di fine anno, curato dall’Ufficio Studi Confartigianato Imprese Piemonte, conferma le tendenze di un 2014 difficile. «Un fenomeno preoccupante», questo è il commento Adelio Ferrari, per quanto il vicepresidente vicario rilevi qualche segnale positivo. Le chiusure in questo significativo comparto dell’economia piemontese ha comportato un calo degli occupati di 9.324 persone. Il volume degli occupati ora si attesta a 278.193 unità. Con l’aria che tira sembra quasi positiva la previsione di un’occupazione che si assesta, nel 2015, intorno a 277.151, secondo gli esperti di Confartisgianato. Le stime prevedono per il primo semestre 2015 ulteriori 181 chiusure aziendali. Nonostante la nottata sembri passata…
Dopo anni bui viene rilevato qualche timido indicatore di ripresa. Nella concessione dei crediti il calo è contenuto a -1% nella media regionale (migliorando il quadro del 2014) e si segnala un lievissimo aumento nella provincia di Torino e Vercelli. Ottimisticamente Adelio Ferrari esprime possibili aspettative positive. A sostegno di quest’auspicabile ipotesi vi sono i molti eventi di richiamo per il Piemonte 2015: il bicentenario della nascita di don Bosco, l’ostensione della Sindone e “Torino capitale dello sport”.
Sulla salute delle imprese artigiane pesa l’attesa concretizzazione di diversi impegni governativi come il completo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione, la riduzione delle incombenze burocratiche e l’abbassamento della pressione fiscale. Ovviamente il fattore determinante resta quel che manca, cioè una generale ripresa dell’economia internazionale e italiana che ridia impulso alla domanda interna e estera.