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Per essere Super basta poco. Molto poco

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Scritto da Sara Collicelli

La settimana scorsa vi ho raccontato di Arrow e mi hanno fatto notare che ho, ingiustamente, escluso dall’Arrowverse Supergirl. Che svista tenere fuori dalla conta la cugina grande di Superman. Una svista cui poniamo subito rimedio dedicandole un solo articolo, uno tutto suo. Come, forse, è giusto che sia.

Partiamo dal presupposto che ritengo, da sempre, che supereroi come Superman e Supergirl siano I supereroi, quelli veri. Sono dei supereroi che si fingono umani, mortali. Nascono con i poteri, non ci diventano per una serie di (s)fortunati eventi come Spiderman. Clark Kent e Kara Denvers sono in realtà Kal El e Kara Zor-El che fingono di essere Clark Kent e Kara Denvers. So che è un po’ difficile da spiegare e so di non essere riuscita a spiegarmi bene, ma come dice Michael Ende … questa è un’altra storia e si dovrà raccontare un’altra volta.

Ora concentriamoci su Supergirl, che già non sarà facilissimo.

Chi è Supergirl? Come detto è Kara Zor-El, cugina grande di Kal El (alias Superman). Viene anche lei mandata sulla terra quando Krypton sta per esplodere e dovrebbe proteggere il cugino. Solo che la navicella finisce in uno sciame di meteoriti, mi pare, e non raggiunge la terra. O meglio, la raggiunge quando Kal El è già Clark Kent ed è anche già Superman.

Lei arriva a National City, viene adottata e diventa Kara Denvers. Con la sorella adottiva lavora al DEO, dipartimento segreto che difende gli alieni. Insomma, nella serie TV che approda sugli schermi nel 2015 troviamo una super eroina bionda e bellissima che difende il mondo.

Solo che non è tutto rosa e fiori come sembrerebbe, ovviamente.

Nella stagione che in questo momento sta andando in onda negli Stati Uniti Kara/Supergirl si trova a dover fronteggiare la velocissima salita al potere degli Agenti della Libertà, un gruppo di super estremisti che non vuole in alcun modo contaminazioni umani-alieni.

Non intendo in nessun modo scendere in dettagli e considerazioni di attualità, penso sia abbastanza evidente il parallelismo con quanto avviene nella nostra società.

Voglio focalizzarmi su una scena della penultima puntata andata in onda, Stand and Deliver. La comunità degli alieni marcia pacificamente con in testa arriva Supergirl. Fino a che si scatenano dei tafferugli e si sfocia in uno scontro tutti contro tutti. E succede la cosa più banale, semplice, naturale ma forse non così scontata. Umani e alieni collaborano. Si aiutano. Tendono la mano a chi è a terra, non importa da quale pianeta venga. Si aiutano a vicenda ad alzarsi.

Ecco, questa è una delle cose che mi ha colpito della puntata che ho visto l’altra sera. La potenza, la forza e la magnificenza della cooperazione. Aiutarsi e lasciarsi aiutare, con il solo istinto di sopravvivere e di non lasciar soccombere gli altri. Penso siano tantissime le parole spese in passato per raccontare l’importanza della collaborazione, di come l’unione fa la forza e via discorrendo. Sono verità che appaiono così sacrosante, così vere, così inalienabili che troppo spesso vengono dimenticate.

La paura del diverso è la paura di ciò che non si conosce, di ciò che è alieno. Che è diverso appunto.

Ma se da una parte può essere giusto e legittimo aver paura di ciò che sta nel buio, di ciò che non vedo e non conosco… come si può aver paura di chi, come noi, cammina respira parla mangia ride piange ama e soffre?

Quando ero piccola un bellissimo cartone della Disney che mi aveva insegnato tanto (uno dei tanti eh), è stato Tarzan. Ricordate quella scena bellissima con mamma Kala che fa vedere al piccolo cucciolo di uomo tutte le cose che hanno in comune? Ecco. Quella è la vita. Quella è la verità della vita.

La paura è legittima. In tempi di grande crisi è comprensibile. Chi non ha paura di perdere tutto? Ma, ancora una volta, ricordiamoci di cosa ci insegna Doctor Who. Mai crudeli e codardi. Mai. La cattiveria ci rende solo dei ciechi schiavi dei nostri istinti più primordiali.

Ma noi non siamo solo quello. Non siamo solo istinto. Dentro di noi, ognuno di noi c’è molto di più. C’è un mondo in più dei semplici istinti. E anche le persone più aliene da noi possono essere le più simili a noi. Pensate a Kara Denvers e Clark Kent. Vengono da Krypton. Un pianeta morto. Di una galassia diversa. Eppure sono esattamente come noi. E forse, la vera kryptonite non è tanto la kryptonite, quanto la cattiveria di una popolazione che teme la loro diversità. Nonostante li abbiano salvati più e più volte.

Una cattiveria che nasce da quell’istinto, da quella vocina che dice “temi questi due sconosciuti perché sono diversi, perché vengono da lontano”. 

Ma per fortuna capita che , come nella puntata di Supergirl, quell’istinto sia superato da altro. Da un soffio di umanità che spinge a tendere la mano verso chi è a terra ed è indifeso.

Perché capita delle volte, raramente purtroppo ma per fortuna capita, che ci ricordiamo che oltre agli istinti abbiamo qualcosa in più. Che oltre agli istinti c’è l’anima.

E si sa … senza cuore saremmo solo macchine.

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