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giovedì, 24 Ottobre 2024

Pd alla (ri)conquista di Torino. Esposito: “Vedo tanti nomi e poche idee”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Stefano Esposito ne è convinto: ad oggi è inutile stappare la bottiglia di spumante e festeggiare il buon risultato che il Partito Democratico ha avuto a Torino nelle scorse elezioni regionali ed europee. Infatti, per riconquistare nel 2021 Palazzo di Città, serve ben altro che una lunga lista di nomi di candidati. Servono le idee e in un partito, come il Pd torinese, lacerato da correnti e correntine, da personalismi e da un’unità che tarda a consolidarsi, questa mancanza di progettualità può rivelarsi il vero tallone d’Achille .

Il già senatore Dem da attento osservatore non risparmia critiche e non guarda in faccia nessuno, come suo costume: «Dopo il risultato delle elezioni regionali ho visto alcune dichiarazioni troppo entusiastiche. Purtroppo il voto del 26 maggio ha segnato una sconfitta rilevante e oltre le attesa. A Torino il Pd se l’è cavata bene, ma è troppo presto per cantare vittoria», spiega.

Dunque, la Lega e il centrodestra sono avversari temibili?

Certo. Dal voto abbiamo visto uno sfondamento nel resto del Piemonte, e in provincia di Torino il centrodestra ha ottenuto buoni risultati. In città il Pd ha tenuto anche grazie al valore aggiunto di Sergio Chiamparino, il sindaco delle Olimpiadi, ma anche qui la Lega ha superato tutte le sue prestazioni precedenti.

Eppure nelle file del Pd è già partita la corsa alle amministrative del 2021 e sono già comparsi i primi nomi dei possibili candidati…

Si, c’è già un notevole numero di candidati e altri se ne affacceranno. Anzi: al momento sembrano tutti affaccendati in cene riservate, incontri e chiacchiere. Peccato che manca un’idea di città da proporre ed è la cosa più importante, visto che Torino è in una situazione di prostrazione profonda dovuta ad un’amministrazione che in tre anni ha distrutto tutto quello che di buono era stato fatto nei dieci precedenti. Chi dovrà guidarla dal 2021 dovrà proporre un progetto in grado di far rinascere Torino. Ma come dicevo al momento vedo tanti nomi e poche idee.

La prossima Festa de L’unità sarà incentrata sulla corsa alle amministrative. Può essere un’occasione per iniziare la stesura di un programma che porti al 2021?

Si, ma speriamo che non sia solo una vetrina per i possibili candidati e con dibattiti divisi che vanno incontro alle diverse correnti. La Festa deve essere un’occasione per recuperare il rapporto con i corpi intermedi e con i cittadini. Teniamo presente che in quartieri come Barriera di Milano e Borgo Vittoria al Pd non è andata molto bene.

Quali saranno le tematiche importanti da affrontare da qui alla campagna elettorale?

Di sicuro tematiche come sicurezza e immigrazione saranno centrali nel dibattito e sono molto delicate da affrontare, soprattutto nelle periferie. Ho come la sensazione che continuare a sbeffeggiare Salvini con post e battute su Facebook in cui lo si descrive come fascista e razzista non serva a far recuperare voti.

Meglio un candidato interno al partito o un nome proveniente dalla società civile?

Credo abbia ragione il segretario metropolitano Mimmo Carretta a dire di non volere un esponente della società civile. Ma nel contempo si rischia di tenere solo una posizione difensivista, mentre sappiamo bene che ci sono pezzi di città che cercano un candidato esterno ai partiti. Forse sarebbe bene dialogare anche con loro su quale idea abbiano di Torino.

Per il centrodestra si rincorrono le voci su un possibile candidato esterno, Paolo Damilano o Marco Boglione, che ne pensa?

Da qui a due anni possono succedere tante cose, ma di sicuro il centrodestra è temibile e determinato a conquistare Torino. Se la loro forza rimane questa è possibile che ci facciano male.

E un possibile Appendino-bis? Magari con l’appoggio di Evelina Christillin?

Non sottovaluterei la sindaca anche se non credo probabile una sua candidatura visto che arriverà segnata da un primo mandato per niente positivo. Dovesse cadere il Governo di Roma prima del 2021, anche se non penso accada, Appendino potrebbe cercare un posto in Parlamento. Mentre la Christillin sembrerebbe più interessata a candidare se stessa, anche se ha già molti impegni.In ogni modo è meglio preoccuparci di trovare noi il miglior candidato possibile e la miglior visione di città, perché si dovrà lottare per riprenderci Torino zona per zona.

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