Il Tribunale di Torino ha respinto la richiesta di sottoporre a sorveglianza speciale due degli antagonisti che negli anni scorsi si sono uniti in Siria alle milizie curde in lotta contro l’Isis. Per altri tre i giudici hanno disposto un supplemento di accertamenti. A chiedere alla sorveglianza speciale era stata alla Procura di Torino.
Per Davide Grasso, 39enne militante di un centro sociale torinese, l’Askatasuna, e di Fabrizio Maniero, anarchico 44enne, non verrà applicata la sorveglianza speciale perché i loro precedenti penali e di polizia sono avvenuti in anni “non recenti”, prima della loro partecipazione ai combattimenti con l’Unità di protezione del popolo (Ypg) contro l’Isis nel Nord della Siria.
Secondo i magistrati della sezione “Misure di prevenzione”, inoltre, il fatto che abbiano imparato a utilizzare le armi in scenari di guerra non è un elemento chiave nella valutazione della loro pericolosità perché slegata da fatti concreti avvenuti dopo il loro rientro in Italia.
Nel caso di Grasso le osservazioni del pubblico ministero vengono definite “meramente congetturali”. Come detto per gli altri tre combattenti, Maria Edgarda Marcucci, Jacopo Bindi e Paolo Pachino, i giudici hanno disposto l’acquisizione di alcuni atti che riguardano procedimenti penali in corso.