Non 17mila ma 300 i reperti che dovrebbero partire per Catania. Ma tra il museo Egizio e la città siciliana non è stato firmato alcun accordo. È quanto ha detto oggi in V commissione Bilancio il Direttore della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino Christian Greco. Nei giorni scorsi era esplosa la polemica ed erano state lanciate delle raccolte di firme per fermare il trasferimento di questi pezzi al Convento dei Crociferi della Città di Catania.
Greco, inoltre, ha spiegato, che i reperti in discussione ad oggi non sono stati ancora studiati e che il Museo Egizio insieme all’Università di Padova darà due borse di studio per questa collezione che altrimenti non verrebbe valorizzata, ha poi aggiunto. «Siamo l’unico museo archeologico italiano – ha proseguito Greco – che non ha nessun pezzo ellenistico. L’anno scorso i reperti che abbiamo portato a Pompei sono stati visitati da 2.8 milioni di persone. L’Italia ha avuto un rapporto importante con l’Egitto e che più esso sarà reso visibile più il museo crescerà in conoscenza, in ricchezza e sarà sostenibile».
Alla commissione erano presenti l’Assessore Leon, la sopraintendente alle Belle Arti della Città di Torino Luisa Papotti e i consiglieri Alberto Unia, Daniela Albano, Massimo Giovara, Viviana Ferrero.
La sovraintendente ha commentato «che eventuali trasferimenti devono comunque rispettare il codice dei beni culturali: i reperti possono uscire dal museo come prestito temporaneo o al massimo di 5 anni». La procedura deve essere accorpata ad una ricerca scientifica supportata da spazi espositivi adeguati che il Museo
Secondo Papotti, il percorso che dovrebbe portare i reperti verso Catania è insomma appena “agli stadi iniziali”. A sostegno delle scelte dell’Egizio si è schierato il capogruppo M5S Alberto Unia: “L’appoggio al direttore Christian Greco è totale”. Seguito dall’intervento dell’assessore Leon: “Ringrazio il Dottor Greco per quanto sta facendo. Ricordo quando è arrivato a Torino e la sua presentazione alla stampa del lavoro che avrebbe svolto da quel momento in avanti, lo ringrazio per la coerenza di quelle poche parole che ci disse ribadendo l’importanza della ricerca per il Museo, perché un museo senza ricerca è un museo che non va avanti, le collezioni attraverso valorizzazioni diverse non sono mai le stesse. Dobbiamo migliorare quello che abbiamo”.