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giovedì, 24 Ottobre 2024

Lettera aperta alla sindaca: “Quando pensate a chi non ha un lavoro?”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Riceviamo e pubblichiamo

Gentile sindaca Appendino, mentre l’amministrazione continua a discutere sulla questione del bilancio, noi cittadini ci chiediamo, quali siano le politiche sociali sulla questione lavorativa di questa città. In molti stiamo perdendo il lavoro per la crisi che sta colpendo sempre più forte dalle piccole alle grandi imprese.

Il Pd ha pensato ad attuare il Jobs Act, ha eliminato l’articolo 18, ha tolto i voucher. Il Movimento Cinque Stelle è per il reddito di cittadinanza. Come donna mi permetto di far presente una realtà piuttosto complicata. Il Jobs Act ha creato una forma di precariato a vita che non da prospettive future.

Con l’eliminazione dell’articolo 18 si è dato ulteriore potere agli imprenditori che possono licenziare senza troppi problemi. L’eliminazione dei voucher da varie forme d’impiego, seppur saltuario, sta incentivando il lavoro nero. Il reddito di cittadinanza appare a molti come un sussidio di disoccupazione senza molte vie di fuga.

Lei ha parlato dei fasciatoi che mancano, io invece vedo che noi donne, in cerca di un’altra occupazione, abbiamo timore di far nascere dei bimbi in quanto la prima cosa che chiedono ad un colloquio è se abbiamo intenzione di diventare mamme. Forse essere uomini risulta più facile in questo caso. L’età avanza e non rientriamo più nello stage, ed in tutte quelle forme di politiche giovanili nelle quali l’imprenditore può avere degli incentivi statali.

Il lavoratore ha un costo sempre più elevato ed è così che spesso si perde improvvisamente l’occupazione. I tempi burocratici per la Naspi, possono raggiungere i tre mesi dalla perdita di un’ occupazione ma le spese e le scadenze sono sempre puntualissime.

Quando non arrivano risposte ai vari curriculum inviati, viene meno la voglia di sperare e di lottare, ma soprattutto di progettare un futuro. In molti pensano di cambiare città, ma si devono anche avere le possibilità per farlo. Da donna le dico che non è facile trovare una soluzione lavorativa non solo per la crisi, ma per tutte le realtà citate. Sinceramente vedo una sorta di forte discriminazione per l’età, per il sesso.

Lavorare non è solo un modo per poter vivere ma è anche sentirsi utili mantenendo la propria identità e dignità. Non è tollerabile star fermi senza vedere soluzioni. Grazie dell’attenzione ad un problema comune per molti.

Federica Fulco

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