di Giulia Zanotti
L’opposizione esce dalla Sala Rossa: l’ordine del giorno “Verità per Giulio Regeni” non piace a Lega Nord e Fratelli d’Italia.
Mentre il sindaco di Torino Piero Fassino firma il documento dove si chiede di sapere realmente cosa è capitato al ricercatore italiano, torturato e ucciso in Egitto, i consiglieri comunali leghisti e di Fdi contestano anche lo striscione che è stato appeso fuori da Palazzo di Città.
Motivazione? «L’Egitto è nostro alleato», spiegano e aggiungono «Ci sono molti elementi della vicenda da approfondire. Molte domande: Regeni è davvero vittima del governo egiziano? Era legato a un’agenzia di intelligence inglese?».
«L’Egitto di Al Sisi è l’unico baluardo laico contro l’avanzata del Califfato in tutto il nord Africa. Non è uno stato canaglia, non è paragonabile al Cile di Pinochet. C’è il rischio di avere un intero continente islamizzato: serve cautela», ha spiegato Maurizio Marrone.
Intanto il documento che chiede al ministero degli Esteri di attivare tutti i canali internazionali per spingere il governo egiziano a “un’inchiesta approfondita, rapida e indipendente per far luce su quanto accaduto al giovane ricercatore italiano” è stato approvato dal resto del consiglio comunale.