La trattativa per salvare 400 posti di lavoro e la sede di Torino sembra essersi arenata. L’incontro convocato ieri a Roma dal Mise su Italiaonline, per un primo confronto tra Ministero, tecnici, azienda e sindacati, ha portato più schermaglie che intese.
Unica offerta proposta al tavolo da parte dei vertici dell’ex Seat, definita da molti un “ricatto”, che sui 400 esuberi annunciati, possano essere salvati un massimo di duecento. “Una presa in giro” a detta dei sindacati e dello stesso ministro Calenda. Una proposta che determinerebbe di fatto la chiusura della sede del capoluogo piemontese.
Lunedì Italiaonline, senza consultare le parti sociali né attendere l’inizio della trattativa, aveva già provveduto ad avviare la procedure di licenziamento collettivo per 400 persone. Ora ci sono 72 giorni di tempo prima che termini la procedura e scattino le lettere di licenziamento vere e proprie.
Negli scorsi giorni, grazie alla mediazione del Mise, Italiaonline sembrava aver fatto dietrofront sul piano dichiarato il 6 marzo in cui si annunciavano 400 esuberi e la chiusura della sede torinese. La società, aveva proposto il dimezzamento dei licenziamenti e il mantenimento di un presidio sotto la Mole. In cambio il governo si era impegnato ad agevolare gli ammortizzatori sociali per 400 lavoratori, a patto che 200 di questi, al termine di 18 mesi di formazione, vengano poi reintegrati in azienda.
Una proposta vergognosa secondo Sonia Doronzo della Rsu, presente insieme ad altri rappresentanti sindacali al presidio di questa mattina davanti alla sede di corso Mortasa a Torino. «I sindacati – annunciano alcuni rappresentanti – avranno 72 giorni per convincere Italiaonline a ritirare la procedura di licenziamento collettivo. La prima data in cui è opportuno far sentire le nostre ragioni sarà il 27 aprile a Milano, dove è prevista l’assemblea degli azionisti».
«Noi chiediamo – spiegano ancora i sindacati – da Giugno 2018 e, a seguire, la cassa integrazione per riorganizzazione. L’utilizzo degli ammortizzatori sociali dovrebbe essere accompagnata da un piano formativo che coinvolga tutti i dipendenti di Italiaonline».
Su questo fronte arriva, poche ora fa, qualche rassicurazione da parte di Italiaonline. L’azienda conferma «la piena volontà di applicare l’accordo sottoscritto con il Ministero dello Sviluppo Economico e le Istituzioni locali, senza alcuna variazione ovvero il potenziale dimezzamento degli esuberi inizialmente indicati dall’azienda e il ricorso per 18 mesi alla cassa integrazione, quindi una significativa riduzione dei trasferimenti a Milano e l’istituzione di una nuova divisione per i servizi digitali alle Pmi. La riqualificazione digitale del personale, attraverso un percorso di alta formazione per dipendenti individuati dalla società, riguarderà un massimo di 200 persone, già in possesso di imprescindibili caratteristiche professionali e curriculari necessarie per una riqualificazione e l’ottenimento delle competenze necessarie alla divisione “Digital Factory”» .