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mercoledì, 23 Ottobre 2024

Gaffe Huffington Post: "Anonymous è un sito Isis"

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Nell’orgia mediatica di notizie, foto, video e tweet sull’attentato al Charlie Hebdo di Parigi, quindi sull’allarme massimo, temendo e ipotizzando nuovi atti terroristi, dichiarato in Occidente, la confusione e la fantasia hanno spesso trovato posto sul tabernacolo dei media. La lista degli incidenti e degli strafalcioni visti, sentiti o letti nei tre giorni della narrazione della “Parigi sotto attacco” (parole che sono state in testa, pressoché tutta la scorsa settimana, nelle tendenza Twitter) sono stati innumerevoli, ma anche a marcia repubblicana percorsa e panorama un poco più definito non è finito il circo della gaffe.
Ci casca anche l’Huffington Post. Fa specie guardare la slide allegata al fondo dell’articolo “Fatima Az Zahra, la jihadista italiana avrebbe vissuto in Toscana prima di far perdere le sue tracce”. Tralasciando la notizia, che in Italia sta girando molto dopo la scoperta della definizione “foreign fighters”, patrocinata dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, desta stupore sfogliare la galleria fotografica dei “siti di propaganda terrorista”: la foto del profilo Twitter dello Stato Islamico, le homepage di due siti (il primo in arabo e il secondo in inglese) ed infine la fotografia del profilo Twitter di Anonymous, quello dell’“Operation Ice ISIS”. L’errore è clamoroso, laddove si inserisce il riferimento ad un’organizzazione di hacker, singoli o collettivi, impegnata a denunciare le malefatte del potere che però, anche sul fronte Charlie Hebdo, ha preso una decisione ben precisa, annunciando battaglia alla corte degli islamisti e dei suoi affiliati!
Una gaffe che fa il paio con un’altra particolare e ignorante svista avvenuta a Vigevano, in provincia di Pavia, dove delle scritte al parco Parri sono state interpretate come incitamento alla guerra santa, e quindi cancellate. Solo dopo si è scoperto che quelle scritte arabe era frasi d’amore. Da un lato i media, dall’altro la politica, farebbero probabilmente bene a riflettere accuratamente, soprattutto oggi, dopo la strage al Charlie Hebdo, sulla cassetta degli attrezzi adoperata per comprendere e descrivere quel che sta avvenendo, evitando di alludere o interpretare nel loop difensivo dello scontro di civiltà.
Lo screenshot della galleria fotografia dell’Huffington Post:
siti terroristi

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