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giovedì, 24 Ottobre 2024

E per Appendino il Coni è l'unico responsabile del disastro olimpico

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Secondo la sindaca Chiara Appendino c’è ancora tempo: basta che il CONI voti il dossier Torino per candidatura alle Olimpiadi 2026. Così reagisce Appendino alla notizia che il CONI presenterà al CIO Milano-Cortina, il tandem nato dopo che la prima cittadina del capoluogo piemontese e i suoi consiglieri comunali hanno detto no all’opzione tridente.
«Il Coni porti in votazione i dossier, la candidatura di Torino è ancora in campo. Si entri nel merito dei dossier, si analizzino costi in modo analitico e il Coni si assuma la responsabilità delle proprie scelte», spiega Appendino, che è ancora convinto della candidatura solitaria.
«Chiederemo conto di questa scelta. Ci venga detto e dimostrato come questa candidatura possa stare in piedi senza risorse economiche e con costi maggiori rispetto alla nostra. Torino con le sue valli c’è, c’è sempre stata. Al Paese qualcuno dovrà spiegare perché si porta avanti una candidatura che prevede di costruire ex novo quando da un’altra parte si poteva fare senza costruire nulla, senza nessuno impatto ambientale, minore impatto economico. Era l’unico modello sostenibile dato che il Cio chiedeva di riutilizzare gli impianti», aggiunge Appendino
«Abbiamo combattuto fino alla fine per poter fare un’Olimpiade sostenibile – aggiunge – Io sono arrivata al punto di mettere le dimissioni sul tavolo per portare avanti questa candidatura, ci ho creduto fino in fondo. Non ho ancora visto costi e benefici di questa analisi».
Concetti quelli di Appendino, che ritroviamo in un suo post:
“Come ho sempre detto e torno a ribadire, Milano-Cortina 2026 è una scelta INCOMPRENSIBILE; si tratta di andare a costruire ed edificare dove non ci sono gli impianti e le infrastrutture idonee.
Torino era la meno costosa, la più sostenibile, la candidatura naturale per l’Italia.
Chi si assume le responsabilità di questa scelta dovrà fornire opportune spiegazioni al Paese, noi certamente ne chiederemo conto, visto che il Cio stesso invitava in modo esplicito a riutilizzare l’eredità post olimpica.
Tengo a ricordare che, nonostante il Coni avesse avviato anzitempo l’iter di candidatura con la sola Milano, Torino si era ufficialmente candidata, come da dossier presentato al Coni lo scorso luglio e da delibera approvata dalla mia maggioranza in Consiglio Comunale.
La nostra proposta è stata poi inspiegabilmente lasciata in disparte, salvo una ipotesi di candidatura a 3, poi tramontata, dove a Torino veniva assegnata 1 disciplina e mezza: il pattinaggio di velocità e l’hockey maschile.
Allo stato attuale, inoltre, manca completamente chiarezza e trasparenza sui costi reali, che, secondo le stime più realistiche, si aggirano intorno al miliardo di euro e su chi garantirà questi fondi, visto che il governo ha dichiarato esplicitamente che non metterà i soldi”.
Opinioni condivise anche dal presidente del Consiglio Comunale Fabio Versaci: «Leggo le solite polemiche sulla mancata candidatura di Torino, ricordo ancora che l’amministrazione aveva portato avanti un dossier credibile dove si teneva conto della sostenibilità economica e ambientale e sulla candidatura il consiglio si era chiaramente espresso che Torino doveva correre da sola con l’appoggio delle sue valli. Evidentemente il CONI aveva davvero promesso a Milano le olimpiadi già tempo fa come ha detto il Sindaco Sala nel suo video del 15 settembre».
 
 

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