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giovedì, 19 Settembre 2024

Déjà vu: Renzi promette il taglio delle tasse. E la Camera approva l'Italicum

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Alessandra Del Zotto
Uno a zero per Matteo Renzi. Ora la palla è al centro. Con 365 sì, 156 no e 40 astenuti la Camera ha approvato la legge elettorale. Contrari Popolari, M5S, Lega, Fdi e Sel.
Il parto mostruoso nato dalla liaison tra Renzi e Berlusconi è stato battezzato, reggendo lo scontro su preferenze e quote rosa. E il Premier intasca la vittoria: «Non si è discusso di donne, volevano farmi fuori ma ho vinto io».
E poi parla di tasse, come un novello Cavaliere in piena campagna elettorale. Dal 27 aprile gli italiani avranno un bel po’ di soldi in più nelle loro tasche. Almeno secondo quanto sostiene il presidente del Consiglio, che in queste ore si prepara a varare le linee guida per il tanto annunciato taglio delle tasse da dieci miliardi di euro. Stando agli “spoiler” di queste ore, infatti, le persone con un reddito fino a 15 mila euro si troveranno ben 80 euro in più al mese in busta paga.
Niente provvedimento per oggi dunque, come promesso la settimana scorsa, anche se il rinvio, assicurano da palazzo Chigi, è dovuto a ragioni meramente tecniche. Le malelingue però sostengono che il vero nodo della questione sia rappresentato dal capitolo coperture che, come ha più volte sottolineato anche l’Europa, questa volta dovranno rifarsi a risorse strutturali e non d’emergenza.
«Ho tutte le coperture – ribatte però Renzi in un’intervista con il Sole 24 ore – ne ho anche di più. Arrivo fino a 20 miliardi, tutti nel 2014. Non li userò nella totalità ma almeno dieci sono sicuri».
La provenienza è presto detta, almeno stando alle spiegazioni del premier. Sette miliardi arriverebbero dalla spending review del commissario straordinario per la revisione della spesa, Carlo Cottarelli; 6,4 miliardi sarebbero invece la differenza tra i 2,6% tendenziale del deficitit/Pil e il 3% dato dal vincolo europeo; 3 miliardi arriverebbero dal dividendo dei tassi bassi; 1,6 miliardi dalla maggiorazione dell’Iva per i pagamenti alle imprese; e infine gli ultimi 2 miliardi dal rientro dei capitali.
Le pressioni sulla stesura delle linee guida del provvedimento resta però forte, soprattutto da parte di sindacati e Confindustria, che torna a chiedere interventi in grado di dare respiro alle imprese e permetterne la ripresa.
E se da una parte sembra proprio che il taglio dell’Irap sia stato messo da parte, si starebbe invece discutendo di un corposo pacchetto di norme a favore degli imprenditori. Stando alle voci fatte circolare da Enrico Morando, viceministro all’Economia, infatti, entro questa sera verrà depositato tra gli altri il provvedimento che sblocca il pagamento delle pubbliche amministrazioni. Provvedimento strutturato di modo che si possano sanare i debiti pregressi ma che allo stesso tempo sia in grado di impedire il ricadere in una simile situazione.
In serata, poi, arriverà anche il Job Act che dovrebbe contenere nuove norme che prevedono sgravi per le imprese che assumono, a vantaggio del datore di lavoro. E sempre sul Job Act, forte resta l’attenzione da parte dei sindacati che già dalla scorsa settimana avevano fatto trapelare forti riserve in merito.

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