È stata la marcia più grande di tutta la storia repubblicana francese. Così il premier francese Manuel Valls ha definito la manifestazione che si è tenuta ieri a Parigi, in memoria delle vittime dell’attentato al settimanale satirico Charlie Hebdo ed a difesa della libertà d’espressione.
La passerella dei leader mondiali – una quarantina di capi di stato e di governo dal presidente francese Francois Hollande al premier italiano Matteo Renzi, fino al palestinese Abu Mazen e all’israeliano Benjamin Netanyahu – è stata accompagnata dalla partecipazione di oltre un milione di persone. Il ministero dell’interno ha fatto sapere che la grande affluenza rende impossibile fornire delle stime esatte, anche se si calcola che in tutta la Francia siano scese in piazza quattro milioni di persone.
Grande assente del corteo parigino, il Front National di Marine Le Pen, che non è stato invitato alla manifestazione nonostante rappresenti attualmente circa il 25% dei cittadini francesi. A motivare la presa di posizione del comitato organizzativo è stato lo stesso Francois Lamy, organizzatore della marcia. «Il movimento fa parte delle organizzazioni che dividono il Paese, stigmatizzano i nostri concittadini musulmani e giocano con la paura», ha spiegato Lamy. Poco male. La leader del Front National si è tenuta ben distante dalla capitale, sfilando per le strade di Beaucaire, cittadina posta nel sud della Francia e vicina a Montpelier.
Imponenti le misure di sicurezza messe in campo dal governo: solo a Parigi sono stati schierati più di 5mila agenti e 1.350 militari. Dopotutto, anche se l’allerta attentati era massima, il premier Valls aveva assicurato: «Venite numerosi, sarete protetti».
Il giorno dopo la grande manifestazione di solidarietà, tuttavia, la Francia e i Paesi occidentali si scoprono ancora in guerra contro il terrorismo. A Parigi continuano le indagini sulla cellula di attentatori che lo scorso 7 gennaio ha attaccato la redazione di Charlie Hebdo e che due giorni dopo ha portato al doppio blitz delle forze speciali. Secondo il premier francese Manuel Valls, Amedy Coulibaly, autore della strage di quattro ostaggi ebrei nel negozio kosher di Parigi e di una poliziotta, doveva avere un complice, dileguatosi probabilmente al momento del blitz.
In un primo momento si era pensato alla sua compagna, Hayat Boumeddiene. Si è poi scoperto che la ragazza non si trovava in Italia al momento dell’attentato: aveva lasciato la Francia una settimana prima diretta in Siria, come confermano anche le autorità turche che ne hanno registrato il transito.
In serata poi lo scoop – in seguito smentito dall’intelligence – del telegiornale israeliano di Canale 1: il prossimo obbiettivo del terrorismo di matrice islamica sarebbe Roma e il Vaticano. «Resta un possibile obbiettivo – hanno fatto sapere i servizi segreti italiani – ma al momento non ci sono segnali concreti che possano far pensare a un attacco».