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martedì, 22 Ottobre 2024

Caso Pasquaretta, Appendino in aula bacchettata dai suoi

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Che le cose non siano e non vadano per il vero giusto lo si capisce quando Valentina Sganga, capogruppo dei Cinque Stelle in Consiglio comunale di Torino, sottolinea che il Movimento è sano e che ci sono stati di errori nella scelta delle persone.

Dentro l’obiettivo non c’è solo Luca Pasquaretta, l’ex portavoce della sindaca accusato di estorsione, turbativa d’asta e traffico di influenze. Ma c’è anche lei: Chiara Appendino.

Hanno lo stesso suono delle bacchettate sui palmi delle mani le parole della Sganga che parla in una Sala Rossa in cui la prima cittadina si è presentata alla richiesta di comunicazioni da parte delle opposizioni.

Appendino non risponderà ai quesiti relativi al presunto ricatto di cui sarebbe stata vittima di Luca Pasquaretta.

Ricattata in cambio di un nuovo posto di lavoro, dopo che il giornalista aveva lasciato Palazzo di Città, perché indagato per un consulenza da cinque mila euro per il Salone del Libro 2017. O almeno così sostiene la Procura di Torino.

I reati che sono contestati dal pubblico ministero Gianfranco Colace sono pesanti e sarebbero tutti stati commessi dopo che Pasquaretta aveva già lasciato la sindaca.

L’ex portavoce non è mai piaciuto ai consiglieri grillini. Non è una novità. Più di una volta hanno chiesto la sua testa ad Appendino, che invece ha continuato a difendere quello che ormai era diventato un amico di famiglia.

«Io vorrei dire chiaramente una cosa: il M5S è sano, il M5S è sano qui a Torino come in Italia e nessuno può provare il contrario – dice Valentina Sganga – Credo che sia però necessario dire, a fronte delle vicende di carattere giuridico che hanno investito questa amministrazione, che sono stati commessi alcuni errori di valutazione nella scelta delle persone».

«Errori dovuti al fatto – continua – che al momento della vittoria si sono avvicinati dei personaggi, estranei al M5S, presentandosi come professionisti (ad essere generosi) che hanno tradito la nostra fiducia. Quei personaggi ci hanno tradito».

L’affondo della capogruppo: «Allora è giusto ammettere i propri errori, è giusto dire che il codice morale del M5S prevede dei canoni di maggiore rigidità anche nelle collaborazioni, e che quei canoni oggi, a maggior ragione, vanno tutelati».

Pasquaretta è dunque un’infezione che però non avrebbe infettato i pentastellati della Sala Rossa: «Come gruppo consiliare dimostreremo che abbiamo gli anticorpi per ogni infezione che giunge dall’esterno. Questo per noi è il momento in cui ci sarà ancora maggiore sforzo per preservare i nostri valori fondanti: la trasparenza e la professionalità di tutti coloro che operano nelle istituzioni al servizio dei cittadini», conclude Sganga.

Prima di lei avevano parlato il vicesindaco Guido Montanari, che ha risposto sulla vicenda che avrebbe visto Pasquaretta intascare denaro da un imprenditore per agevolare incontri con gli assessori della giunta Appendino.

«Sono estremamente sorpreso del fatto che qualcuno possa dichiarare di aver pagato dei mediatori per parlare con gli assessori che sono sempre disponibili a parlare con i cittadini. Chiunque – ha aggiunto – può rivolgersi quando vuole a noi che accogliamo i cittadini sempre, anche con i ricevimenti del sabato mattina. Chi pensa di aver bisogno di mediazione o pagamento significa che è abituato a costumi politici che non ci appartengono – ha concluso – e chi sa qualcosa su questo avvisi gli inquirenti».

«Questa amministrazione e questa Città accoglie e ascolta tutti, lo ha sempre fatto e continuerà a farlo, e questo non vuol dire dover pagare, è un atteggiamento che non ci appartiene»– afferma Appendino.

«Quello che abbiamo appreso a mezzo stampa – ha aggiunto la sindaca – non appartiene a questa amministrazione, il dialogo con la Città, con gli assessori certamente non passa da consulenze o impegni finanziari e se qualcuno avesse contezza di atteggiamenti di questo tipo, e io non ne ho contezza, lo invito ad andare in Procura».

«Ho massima fiducia nella magistratura, sono serena e procederò con il mio mandato», ha ribadito Appendino, pur non entrando nel merito della presunta estorsione visto che, dopo due ore in Procura, visto che il verbale della sua audizione è stato secretato.

«Mi sono subito recata in procura questa mattina. E ho risposto a tutte domande. C’è stata la richiesta dell’autorità giudiziaria di secretare il verbale e appena potrò farlo esprimo la volontà a riferire all’aula. Dire sono serena e tranquilla significa rispondere alle giuste sollecitazioni che arrivano dalla città. Non fossi nelle condizioni di serenità a portare avanti il mio mandato, non lo farei».

Foto Nuova Società

 

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