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mercoledì, 4 Dicembre 2024

Caso Gabriele Adinolfi alla Circoscrizione 1. Prima gli danno la sala poi si informano su chi è e gliela tolgono

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

di Andrea Doi

Il potere degli Adinolfi. Uno è Gabriele, l’altro è Mario. Nessun grado di parentela tra i due. Probabilmente manco si conoscono. Ma una cosa in comune c’è: quella di fare tremare le vene dei polsi a chi sente pronunciare il loro nome. E questo accade anche a Torino. Circoscrizione 1, la scorsa settimana.
L’associazione “La gilda dei Lanzichenecchi” chiede una sala, quella di via Dego 6, venerdì 10 marzo, alle ore 21, per la presentazione del libro di Gabriele Adinolfi, sulla Strage di Bologna, “Bologna una città immolata di sabato”.
La sala viene data, senza che nessuno faccia dei controlli:
a) cos’è quell’associazione?
b) chi è Gabriele Adinolfi?
La voce che un Adinolfi presenterà un libro a Torino giunge alle orecchie dell’assessore alle Pari Opportunità Marco Giusta, che immediatamente chiama in Circoscrizione per avere la conferma se la sala sia stata data a Mario Adinolfi. Ovvero il giornalista le cui posizioni in difesa della famiglia tradizionale sono note a tutti. Ovviamente l’assessore viene tranquillizzato: “Ma no, non è lui, si tratta di un altro Adinolfi”.
E solo dopo aver attaccato la cornetta qualcuno finalmente decide di usare Google per scoprire chi è l’Adinolfi a cui è stata concessa la sala.
Si scopre sul fotofinish che l’ospite Gabriele Adinolfi è quello legato all’eversione neofascista degli anni Settanta e Ottanta. Uno dei fondatori di Terza Posizione (con Roberto Fiore, creatore di Forza Nuova), indagato per la Strage di Bologna, condannato per reati associativi, rifugiato in Francia e tornato in Italia nel 2000 grazie alla prescrizione. E ora trai promotori di “I Lanzichenecchi”, che ha tra gli slogan: «Unità imperiali di uomini liberi e non possidenti. In servizio permanente, con spirito di corpo, disciplina, gerarchia e una forte indipendenza di carattere e personalità». Nei loro programmi anche serate dedicate ai caduti di Alba Dorata.
La presentazione del libro in Circoscrizione 1 veniva pubblicizzata all’interno delle pagine Facebook dell’estrema destra torinese e piemontese.
Alla fine la sala non verrà assegnata nemmeno a lui, ma se si fossero informati prima tutto questo si poteva evitare.

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