Dopo una calma apparente, riesplode la guerra intestina al Pdl. Falchi, colombe e pitonesse hanno trovato un nuovo leitmotiv su cui scontrarsi. Il pomo della discordia è il tanto ambito trono: quello da premier. Angelino Alfano, l’eterno secondo, scalzato dopo la rinascita di Forza Italia, palingenesi che ha provocato l’annullamento di tutte le cariche, vuole le primarie. Argomento già caldo nel Pd, ma nuovo per il Pdl.
«La mia idea – confida Alfano a Bruno Vespa in un’anticipazioen della prossima pubblicazione del conduttore di Porta a Porta – non è cambiata rispetto alla fine del 2012 quando lanciammo le primarie. Io stesso, poi, le bloccai quando Berlusconi decise di ripresentarsi, e Giorgia Meloni ancora me lo rimprovera. Alle prossime elezioni, il nostro candidato dovrà essere scelto attraverso primarie il più aperte possibile, alle quali partecipi il più alto numero di simpatizzanti. Chi prende più consensi diventa il candidato».
«Io ragiono sul dopo Berlusconi il giorno in cui Berlusconi autorizzerà il dopo. Sarà ancora una volta lui a decidere che cosa si farà».
Ovviamente queste parole hanno scatenato l’ira di Sandro Bondi: «Leggo con stupore misto ad amarezza le dichiarazioni di Alfano – sottolinea con rammarico – L’unica ragione per cui scelgo di restare in Forza Italia è la leadership umana e politica del presidente Silvio Berlusconi, il quale fa bene a non lasciare Forza Italia né ai supposti estremisti né tanto meno a coloro che non hanno dimostrato alcuna lealtà e solidarietà nei suoi confronti nel momento più difficile della sua vita personale».
E ora che la miccia è stata accesa, che esploda la bagarre tra le fila berlusconiane.
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