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lunedì, 16 Settembre 2024

Abolizione delle Province: ecco come cambiano le politiche del personale

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di Gianguido Passoni*
L’abolizione delle Province lascia ai Comuni – e agli altri organi dello Stato – il compito di gestire il personale in esubero e la sua necessaria ricollocazione. Per la Provincia di Torino si parla di circa 500 lavoratori che dovrebbero trovare spazio in altri enti (Comuni, Regioni, Ministeri). Di questi, pare che circa la metà continueranno ad occuparsi di lavoro e formazione presso un nuovo ente, mentre altrettanti dovranno essere ricollocati.


Questa norma, se da un lato salvaguarda il posto di lavoro dei dipendenti delle ex Province, dall’altro rende molto complessa la possibilità di assunzione di quanti sono inseriti in graduatorie concorsuali non ancora scadute. A Torino sono circa 180 le persone in questa condizione, ma si stima che siano 80mila in tutta Italia. L’obbligo di assorbire i dipendenti delle Province impedisce ai Comuni di bandire ulteriori concorsi, impedendo per almeno due anni a chiunque di partecipare ad una selezione pubblica.


La frettolosa abolizione delle Province sta causando, nei fatti, una “guerra tra poveri”: tra dipendenti che combattono per salvaguardare il proprio posto di lavoro, tra idonei che vedono rinviata la possibilità di essere assunti, tra giovani che non possono nemmeno partecipare a nuovi concorsi.
Sulle spalle dei Comuni, ancora una volta, sono scaricati gli effetti di scelte nazionali poco lungimiranti.
Gli enti territoriali sono costretti ad affrontare la crisi con meno risorse, meno personale e senza la possibilità concreta di rinnovare il proprio personale contando sui giovani e sulle loro nuove competenze.
*Assessore al Bilancio del Comune di Torino

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