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giovedì, 5 Dicembre 2024

A Valdocco “istituzioni assenti”: da Vicolo Grosso e Prinz Eugen la spesa sospesa di prossimità

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

In queste settimane di emergenza Coronavirus, oltre che sanitaria anche economica, a Torino sono molti gli esempi di solidarietà dal basso per aiutare chi è in difficoltà.

Accade anche nel quartiere Valdocco dove dal 2 aprile scorso la spesa sospesa di prossimità aiuta abitanti e famiglie della zona, esclusi da ogni altra forma di sussidio o aiuto istituzionale.

“Si tratta di una iniziativa orizzontale e paritaria, da amici e vicini, e gestita da persone del quartiere” spiegano gli organizzatori che sottolineano come la spesa sospesa abbia origine dall’esigenza di fornire un aiuto a chi è stato messo in difficoltà dalla crisi conseguente al lockdown senza trovare adeguate risposte da parte del Comune di Torino.

“Nonostante la fanfare degli aiuti dall’amministrazione, sin da subito abbiamo fatto i conti con intere zone della città completamente scoperte dagli snodi della protezione civile”.

Come è accaduto appunto al quartiere Valdocco che si è trovato completamente dimenticato e abbandonato a se stesso.

Da qui l’idea di organizzarsi attraverso l’associazione Vicologrosso, fondata dai genitori della Scuola Primaria De Amicis, e il Prinz Eugen di corso Principe Eugenio, diventato l’hub dove la spesa viene raccolta e poi distribuita, con consegna a domicilio, a chi ne ha bisogno.

Ad oggi sono infatti circa 80 le famiglie servite per un totale di 400 persone, a cui si aggiungono alcune famiglie dello Spazio Popolare Neruda di corso Ciriè e anche persone senza documenti che proprio per questo sono escluse da ogni altra forma di aiuto.

Anche perché l’iniziativa messa in campo va oltre il semplice fornire il cibo per la settimana. “Abbiamo voluto essere presenti – spiegano– per la comunità, fornendo cibo, ma anche informazioni così come un luogo a cui rivolgersi in caso di bisogno. Molto di più di quanto fatto con i goffi tentativi dei buoni spesa. Molto più di un Comune che ancora oggi non ha previsto interventi capillari, diffusi e in lingue e linguaggi diversi”.

Insomma, solidarietà e aiuto che non si ferma, ma proseguirà per tutto il mese di maggio. “Ormai abbiamo stilato un elenco delle persone che serviamo, le conosciamo e cerchiamo di venire incontro anche alle loro esigenze”.

Mentre restano aperti gli interrogativi sul futuro: “Sappiamo che la solidarietà è uno strumento forte, ma sappiamo anche che se non arriveranno interventi diffusi, non saremo in grado di reggere. Anche per questo siamo curiosi di sapere come si evolverà la situazione e speriamo che si muova qualcosa da parte di istituzioni che finora sono state ben poco presenti”.

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