Un agente di polizia in servizio a Torino non è mai stato sottoposto al tampone nonostante la moglie risulti positiva al Covid-19.
La denuncia arriva dal sindacato autonomo Siulp. L’agente, sarebbe stato messo in quarantena il 14 aprile insieme a tre colleghi, ma senza l’effettuazione del test.
“Le buone intenzioni e gli sforzi annunciati per cercare di contenere il contagio – spiega Eugenio Bravo, segretario generale a Torino- di fatto vanno a cozzare con la realtà delle storie quotidiane. Un collega e la moglie corrono seri rischi per via dell’indifferenza di chi dovrebbe rispondere con efficienza”.
La moglie dell’agente, una dipendente comunale, avrebbe accusato i primi malesseri intorno al 7-8 marzo e il medico curante “ha ritenuto che si trattasse di una semplice influenza”.
Il 16 marzo ha avuto una crisi respiratoria, è stata ricoverata in ospedale ed è risultata positiva al Covid-19, mentre il marito è stato messo in quarantena. Il 23 marzo la donna è stata dimessa e collocata in isolamento domiciliare. Il primo tampone ha dato esito negativo, ma il secondo – eseguito intorno al 10 aprile e comunicato il 14 – ha accertato una positività. A quel punto l’agente è stato rimesso in quarantena.
“Non ci interessa – dice Bravo – sapere di chi sono le colpe e le responsabilità. Quello che ci interessa è far capire a chi ha l’onere di contenere questa pandemia, quanto sia necessario effettuare i tamponi, soprattutto di fronte a situazioni così conclamate. Non possiamo contestare alcunché al Questore di Torino che insieme al Siulp, ciascuno per propria competenza e attraverso i propri mezzi, ha inoltrato urgenti richieste per sottoporre a tamponi i poliziotti”.
“Siamo consapevoli della criticità della situazione in generale – conclude l’esponente del Siulp – ma non possiamo limitarci a una mera testimonianza. Ci corre l’obbligo morale di segnalare e richiamare con forza la necessaria attenzione di chi ha la responsabilità di salvaguardare la salute dei cittadini e di chi è sovraesposto al contagio”.