È iniziato il conto alla rovescia. Il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, ha annunciato la data in cui il Consiglio di Stato si pronuncerà sulla sospensiva della sentenza del Tar l’11 febbraio.
Un primo passo, dunque, per un risultato che il leader del Carroccio si auspica che arrivi il «più rapidamente possibile» in seguito al ricorso sul verdetto del Tribunale regionale che ha annullato le elezioni regionale del 2010.
Una decisione che Cota ha definito come «al di fuori delle regole e dei principi più elementari di democrazia e di buon senso».
«Noi stiamo lavorando a pieno ritmo – sottolinea il leghista – ma da un punto di vista giuridico c’è uno stallo. C’è bisogno che venga posto rimedio alla decisione del Tar di Torino. C’è una crisi economica che morde e ci sono scadenze importantissime nei prossimi mesi».
«Non manca molto – sottolinea – ma questi mesi di lavoro sono necessari. In quell’occasione ci sarà il confronto elettorale, senza gettare il Piemonte nel caos soltanto perché si vuole distruggere l’avversario politico usando le note scorciatoie». Insomma ipse dixit: la legislatura finirà naturalmente nel 2015, dunque nessuno stacco di spina.
Intanto però in Regione l’aria che si respira è alquanto: «La Regione è in balia di una totale anarchia, la maggioranza non riconosce più in Cota la sua guida e ognuno fa come gli pare». Lo afferma il capogruppo del Pd a Palazzo Lascaris, Aldo Reschigna, che aggiunge: «Si approvi il Bilancio e poi Cota si dimetta».
«Dopo la sentenza del Tar, in modo ancora più netto rispetto a quanto da noi denunciato da un anno a questa parte – sottolinea Reschigna con il consigliere Wilmer Ronzani – il Piemonte non ha una guida. Ieri Cota aveva lanciato un appello affinché il Bilancio venisse urgentemente approvato. Era rivolto alla sua maggioranza, e la risposta data oggi da Progett’Azione è stata che in aula non parteciperanno al voto».
«I consiglieri di Progett’Azione hanno avuto il coraggio di dire come la pensano – aggiunge – il resto della maggioranza ha mostrato indifferenza rispetto alla discussione che l’opposizione portava avanti con l’assessore Pichetto».
«Ma se a una settimana dalla scadenza dell’esercizio provvisorio – osserva – la maggioranza non ha ancora deciso se votare il Bilancio, se votare il Bilancio presentato dalla Giunta o se votare un Bilancio esclusivamente tecnico, significa che la Regione è in balia dell’anarchia».
«Anche sui tempi dei ricorsi – rimarca – ognuno fa come vuole. Di fronte a tanta irresponsabilità e incapacità, la ricetta è una sola: l’approvazione della legge di Bilancio e le successive immediate dimissioni del presidente Cota».
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