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venerdì, 18 Ottobre 2024

In ricordo di Emilio Giribaldi: un uomo, un giudice, un cittadino repubblicano antifascista!

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Antonio Caputo*
Un infarto ha stroncato il 29 dicembre 2014 all’età di 84 anni, compiuti il 6 dicembre, il giudice Emilio Giribaldi. Era uscito dalla sua abitazione di via Cotti Ceres per accompagnare la moglie Rachele in centro. Al loro rientro a casa, il malore improvviso e fatale.
Giribaldi è stata una figura di spicco nella magistratura e nella vita politica e culturale astigiana, come presidente del Comitato per la difesa della Costituzione. Nato nel 1930 in Liguria, a Porto Maurizio d’Imperia, aveva affiancato agli studi classici la passione per il mare, ottenendo anche il brevetto di Capitano di lungo corso. In gioventù fu campione di pallanuoto con la Rari Nantes, la squadra della sua città, e la passione per il nuoto e il mare l’ha mantenuta per tutta la vita.
Dopo la laurea in giurisprudenza a Genova entrò in magistratura nel 1958 con primi incarichi a Ventimiglia e Sanremo e poi l’arrivo in Piemonte ad Alba; un primo passaggio ad Asti, come Vicepresidente del Tribunale, poi presidente del tribunale di Casale Monferrato e Procuratore della Repubblica a Tortona e nuovamente ad Asti come capo della Pretura circondariale.
Arrivò a un ruolo delicato e di prestigio a Torino in Corte d’Appello, come presidente della prima sezione penale. In quegli anni guidò processi complessi come quello sulle infiltrazioni mafiose a Bardonecchia, giudicò e condannò imputati eccellenti quali il futuro parlamentare Marcello dell’Utri. Seguì¬ sempre da vicino la parabola politica e poi giudiziaria di altri personaggi famosi come il suo concittadino Claudio Scajola.
Concluse la carriera nel Duemila come Presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione.
Terminato l’impegno professionale in magistratura, Emilio Giribaldi si conquistò i “gradi di libero cittadino” e assunse il ruolo di presidente del Comitato per la difesa della Costituzione repubblicana, che spiegava e illustrava con passione in numerosi incontri con gli studenti, restando in contatto con i maggiori costituzionalisti di fama nazionale.
«Era per il rispetto sostanziale delle regole e si è battuto fino all’ultimo con coscienza e forza d’animo contro il dilagare della corruzione che non tollerava come magistrato e non ammetteva da cittadino» commenta Laurana Lajolo, che ha pubblicato numerosi suoi scritti sulla rivista “Culture”.
Gigi Fiore, suo vicino di casa, lo definisce «un uomo di cultura e un amante della natura che, sotto la scorza all’apparenza dura e riservata del ligure, aveva un animo buono e una grande forza di carattere».
«Ancora quest’estate al mare ci ha sorpresi» ricorda Fiore – per la sua resistenza nel nuoto. Amava anche la montagna e la caccia, precisando che ormai ci andava senza più sparare, ma solo per stare all’aria aperta. Era stato amico di Mario Rigoni Stern che andava a trovare sull’altopiano di Asiago».
Lascia la moglie Rachele Bruno, che è stata per anni insegnante di lettere al Gioberti e la figlia Emilia, appassionata di pianoforte e redattrice presso la casa editrice Pearson Italia.
La salma è stata cremata e le ceneri tumulate a Imperia. L’Anpi, associazione nazionale partigiani, lo ha ricordato con un manifesto.
Noi lo ricordiamo impegnato nella battaglia per la difesa della Costituzione repubblicana in occasione del vittorioso referendum popolare del 2006 che fermo’ con il voto popolare della stragrande maggioranza degli italiani il tentativo di stravolgere con il tristo progetto denominato “devolution”.
La battaglia per la conoscenza, la difesa e l’attuazione della Costituzione continuò e continua tuttora, in difesa dei principi della democrazia parlamentare rappresentativa e del principio della separazione dei poteri che ne e’ il corollario.
Stringendoci intorno alla sua famiglia e a quanti, come noi gli hanno voluto bene come uomo, come giudice, come cittadino, insieme a quanti diedero vita in Piemonte al Comitato piemontese e valdostano “Salviamo la Costituzione” presieduto dall’amico defunto anch’egli Presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro, con Diego Novelli e gli altri, gli rendiamo rendiamo omaggio.
Che il suo e nostro comune ideale di giustizia e libertà, di legalità e fraternità ci sostenga nell’oggi e nel domani, e in specie in questi tempi in cui il principio democratico della Costituzione repubblicana e’ minacciato, mente avanza lo spettro delle intolleranze, del razzismo e del fanatismo che strumentalizza le religioni..
Non ti dimenticheremo, Emilio!
* Coordinatore del Comitato Piemontese e valdostano “Salviamo la Costituzione”

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