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giovedì, 19 Settembre 2024

Sciopero generale, in piazza contro il governo Renzi

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L’Italia scende in piazza contro il Jobs act e la legge di stabilità. L’intero Paese è in sciopero con 54 manifestazioni organizzate lungo tutto il territorio nazionale, da Genova a Palermo: il segretario della Cgil Susanna Camusso è a Torino mentre Carmelo Barbagallo della Uil è a Roma. Cisl non pervenuta: lo sciopero è generale ma non unitario. «Il Paese ha bisogno di fabbriche aperte, non occupate», ha commentato il segretario Annamaria Furlan, motivando così la scelta della Cisl di scendere in piazza solo lo scorso primo dicembre per il rinnovo del contratto del pubblico impiego.
Lo sciopero di otto ore riguarda i lavoratori di tutti i settori, dalla sanità alla scuola, dalla pubblica amministrazione al trasporto. Proprio quest’ultimo è stato al centro di un’infuocata polemica che alla vigilia della giornata di protesta ha coinvolto i vertici dei sindacati e il ministro dei trasporti, Maurizio Lupi. Il numero uno del ministero in un primo momento aveva infatti ordinato la precettazione dei ferrovieri, provocando la reazione dei segretari di Cgil e Uil, che avevano accusato il governo di un «gravissimo atto unilaterale». A fine giornata l’intervento del premier, Matteo Renzi, che ha esordito ricordando come lo sciopero sia un diritto sancito dalla Costituzione ed esteso a tutti i lavoratori: «Il fatto che io non sia d’accordo sulla giornata di protesta di domani non toglie che lo sciopero si faccia». Da qui la marcia indietro di Lupi.
Accanto ai lavoratori, scendono in piazza anche molti studenti, che già nella notte hanno organizzato azioni dimostrative in alcune città italiane. Alcuni studenti dell’Udu hanno partecipato a un blitz a Palazzo Chigi, esponendo uno striscione che recitava lo slogan: «Nessuna tangente sul nostro futuro», mentre a Milano un altro gruppo di studenti “Attitudine no Expo” ha occupato simbolicamente il cantiere Expo.
All’origine dello sciopero generale, la rottura tra i sindacati e Renzi, motivata innanzitutto dalla scarsa disponibilità del premier a sedersi ad un tavolo di trattativa per discutere sulle riforme cui il governo sta lavorando, Jobs act e riforma della pubblica amministrazione in primis. Nello specifico, Cisl e Uil da una parte chiedono la modifica della legge di stabilità con l’estensione del bonus da 80 euro anche a pensionati e incapienti, e lo sblocco del contratto del pubblico impiego (fermo dal 2009), dall’altra contestano al presidente del Consiglio le modifiche apportate all’art.18 dello statuto dei lavoratori e la riforma conosciuta come Jobs Act.
La partita però non è ancora chiusa, hanno ricordano Camusso e Barbagallo dalle piazze dello sciopero: «Ci sono ancora margini per rimediare, i decreti attuativi del Jobs act devono essere ancora emanati e la legge di stabilità ancora approvata. Se si metterà mano ai 150 miliardi di evasione fiscale, ai 27 miliardi di costi della politica e alla riforma fiscale si potrà rilanciare l’economia» ha dichiarato il segreterio della Uil.

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