Neanche il tempo di calcolare i danni provocati dall’alluvione che la macchina Tav si rimette in moto, senza guardare in faccia nessuno, tanto meno la tragedia che ha colpito questo territorio. E così, dopo pochi giorni da quel 13 ottobre, quando l’alluvione ha colpito l’alessandrino, il consorzio Cociv, procederà da domani 21 ottobre agli espropri dei terreni per il terzo valico, a Novi Ligure ed Arquata Scrivia. Zone, in particolare quella di Novi, colpite duramente come detto, dall’alluvione.
Quello che sconcerta è che nel caso ad esempio di Arquata, la richiesta di affissione all’albero pretorio per l’esproprio del Comune, è avvenuta a soli due giorni dalla “bomba d’acqua”.
«Si tratta di un vero e proprio affronto ai cittadini e ad un territorio che sta ancora facendo la conta dei danni e che dimostra come i costruttori del terzo valico siano totalmente privi dei basilari principi etici necessari ad una convivenza rispettosa» dicono dal movimento No Tav terzo valico. E gli attivisti hanno deciso di non stare a guardare: così l’appuntamento per domani è fissato alle ore 15, nel piazzale della Pieve a Novi Ligure. Aspetteranno quelli del Cociv con in mano i badili «simbolo di una dignità, di una comunità, che grazie al prorpio lavoro si sta rialzando», come dicono quelli del comitato, con gli stessi badili usati per spalare il fango.