È la protesta del 9 dicembre, ma parte già stasera: il cosiddetto sciopero dei Forconi ha l’intento di paralizzare l’Italia, con blocchi e manifestazioni che coinvolgeranno diverse città in tutto il Paese. Domani a Torino, uno dei cuori pulsanti della protesta, presidi e cortei dovrebbero trovarsi in più parti della città, da Porta Palazzo a Piazza Castello, con blocchi annunciati in corso Romania, cioè all’imbocco della Torino-Milano, corso Orbassano e piazza Castello.
Tra i commercianti c’è un po’ di apprensione, e molti tra negozi ed esercizi rimarranno chiusi. Qualcuno aderirà alla protesta, altri semplicemente temono vetrine spaccate e ritorsioni da parte dei manifestanti che, a quanto si mormora di negozio in negozio, vogliono vedere la serrata generale. Già sabato infatti davanti ai centri commerciali sono scattati i picchetti per costringere i negozianti alla chiusura. Per questo motivo Cna, Cia e Confagricoltura hanno chiesto tutela al prefetto Paola Basilone che ha messo in campo una task force. Una chiusura, forzata o meno, che comunque darà una batosta in un periodo, quello natalizio, dove i consumi potevano aumentare sensibilmente, nonostante la crisi e nonostante le tasse.
Rimarranno invece regolarmente aperte le scuole, come assicura il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta: «Non è stata emanata alcuna ordinanza di chiusura delle scuole superiori di Torino e provinciale e le lezioni domani saranno regolari in tutti gli istituti secondari». Anche il sindaco Piero Fassino smentisce le voci girate in questi giorni collegate allo sciopero che volevano lezioni sospese nelle scuole. Fassino si augura anche che domani la protesta si svolga pacificamente e senza tensioni o scontri.
«Quello che si sta tentando di mettere in campo nella giornata di domani anche nella città di Torino è un atto di mistificazione e di reazione della peggior specie» denuncia Ezio Locatelli di Rifondazione Comunista di Torino. «Un sedicente “coordinamento nazionale per la rivoluzione 9 dicembre” sostenuto da fascisti vari invita a rivoltarsi contro Stato, banche, Ue facendo leva in particolare sulle proteste di autotrasportatori, disoccupati, negozianti, agricoltori – continua Locatelli – Ribellarsi è giusto e necessario contro politiche di austerità e di strozzinaggio che colpiscono crescenti fasce sociali e di attività ma rifuggendo da strumentalizzazioni e provocazioni varie. Gli organizzatori della manifestazione di domani fanno riferimento in gran parte ad associazioni corporative e forze fasciste varie che nulla hanno a che vedere con una politica di giustizia e di equità. La loro è un’operazione di travisamento e travestimento politico».
«Smascheriamo il tentativo di fomentare rigurgiti reazionari in Italia – chiede ancora Locatelli – Contro governo, padroni e banche, contro le politiche di austerità imposte dall’Ue occorre costruire la vera opposizione, un’opposizione antiliberista e di sinistra, nel segno di una reale politica di cambiamento e di giustizia sociale».
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