«Papa Francesco ha approvato una proposta sul futuro dell’Istituto per le Opere Religiose, riaffermando l’importanza della missione dello Ior per il bene della Chiesa Cattolica, della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano». Si apre così il comunicato stampa della Santa Sede che, questa mattina, rene noto al mondo come l’istituto vaticano continuerà a fornire servizi finanziari alla Chiesa cattolica in tutto il mondo allineandosi però alle strutture legali e normative internazionali.
Le intenzioni comunicate sono dunque in linea con la volontà della Santa Sede di ripulire il nome dell’Istituto bancario vaticano, messo a dura prova da molti anni di scandali. A confermarlo il cardinale-prefetto del nuovo dicastero per l’Economia, George Pell, che, recita il comunicato, «ha confermato l’importanza di un allineamento con le “best practice” regolamentari internazionali».
Obiettivo che, fa sapere la Santa Sede, sarà raggiunto attraverso una «efficace supervisione regolamentare e grazie ai progressi raggiunti nella compliance, trasparenza e operatività avviati nel 2012 e sensibilmente accelerati nel 2013». Oltre che da un’ampia struttura legale e istituzionale finalizzata a regolarne le attività finanziarie, come previsto dalla legge sulla trasparenza in vigore dallo scorso ottobre.
La proposta accettata dal papa Francesco, che nei mesi scorsi era sembrato quasi intenzionato a chiudere lo Ior, è stata redatta a partire dalle informazioni sullo status legale dell’istituto e sulla sua operatività e presentata al Santo Padre e al Consiglio da lui nominato composto dai Cardinali dalla Commissione referente sullo Ior, presieduta dal cardinale Raffaele Farina.
A svilupparla, i rappresentanti della Pontificia Commissione Referente sullo Ior, della Pontificia Commissione Referente di Studio e di Indirizzo sull’Organizzazione della Struttura Economico-Amministrativa della Santa Sede, della Commissione Cardinalizia dello Ior e del Consiglio di Sovrintendenza dello Ior.
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