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lunedì, 16 Settembre 2024

La citazione fake di Mussolini in onda al Tg2 con il patron de LaPresse

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Chi ha guardato al TG2 di ieri, 27 aprile, il servizio dedicato al lavoro dell’agenzia foto giornalistica LaPresse, in questi giorni di emergenza Coronavirus, non ha potuto fare a meno di notare (a 3.28 minuti dalla fine) una targa, con tanto di fascio littorio e la firma “Mussolini”, alle spalle del presidente Marco Maria Durante.

La targa, a quanto si vede, recita: “Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”.

Parole che gli amanti del cinema ricorderanno uscire dalla bocca di John Belushi nei panni di John “Bluto” Blutarsky, nel celebre Animal House. In realtà la frase originale è: “Cause when the goin’ gets tough . . . the tough get goin’!”

Ma torniamo alla presunta citazione del Duce: infatti qualcuno attribuisce la frase a Benito Mussolini, che l’avrebbe pronunciata nel 1928. Addirittura nel suo discorso a Torino.

Però su questo i dubbi restano. Non così forti da evitare che i venditori di patacche del Ventennio la riportino stampata in lastre di metallo per quelli che amano questi finti cimeli.

Ora, non stiamo dicendo che Marco Durante, imprenditore torinese, abbia simpatie per Mussolini e il Fascismo (se le avesse dovrebbe rivedere il suo credo, visto che si sarebbe fatto fregare da un falso), ma troviamo che non sia proprio il massimo apparire al Tg2, come titolare della più grande agenzia fotografica italiana, con tanto di fascio littorio alle spalle.

Anche se fosse stato un quadretto goliardico regalato da un amico buontempone, sarebbe stato meglio tenerlo in un cassetto, giusto per non far sorgere dubbi.

A proposito di quando il gioco si fa duro: nel caso del patron di LaPresse non sarebbe proprio così, visto che ha firmato l’accordo per la richiesta della cassa integrazione in deroga.

Marco Durante mette così i suoi giornalisti in cassa Covid al 60 per cento. Ma l’accordo firmato da LaPresse non è stato firmato dall’Associazione Stampa Romana, FNSI, Lombarda e Subalpina.

I motivi in questo comunicato:

“Nei giorni scorsi LaPresse, agenzia di informazione primaria, e il comitato di redazione hanno firmato l’accordo per accedere alla cassa in deroga Covid al 60 per cento. L’accordo decorre da questa mattina.

Stampa Romana, con Fnsi, Lombarda e Subalpina, non hanno firmato l’accordo di cassa.

Sono diverse le ragioni per il nostro no.

L’editore ha evidenziato le difficoltà economiche legate ai mancati eventi, soprattutto sportivi, sospesi dal covid e al calo delle commesse private. L’insieme di questi fattori avrebbe prodotto una crisi di liquidità risolvibile con la cassa.

L’editore non ha però mai dimostrato al tavolo che i pagamenti dovuti ai contratti in essere non saranno realizzati. Quello che non si paga ad aprile può essere incassato a giugno o luglio. I contratti in essere non sono stati risolti.

Ridurre l’organico del 60 per cento in media significa, a nostro avviso, mettere a rischio la convenzione con la Presidenza del Consiglio che chiede sia un minimo di lanci (il cui aumento medio spropositato ricadrà sulle spalle dei singoli colleghi in servizio) sia un minimo di organico.

Fa specie sottolineare che il servizio di informazione primaria, inteso proprio come indifferibile e incomprimibile servizio pubblico, sia invece regolarmente retribuito e non conosca crisi di liquidità.

Per queste ragioni il sindacato dei giornalisti non ha firmato e chiede al dipartimento dell’editoria di attivarsi per verificare se in questo passaggio non siano stati messi in campo abusi intollerabili”.

Segreteria Associazione Stampa Romana

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