Continuano le ricerche nel fiume Tanaro per ritrovare il corpo di Elena Ceste, la mamma scomparsa lo scorso 24 gennaio dalla frazione Motta di Costigliole d’Asti.
I sommozzatori dei vigili del fuoco di Torino stanno scandagliano altre aree del fiume. Ad essere già battuta la zona fluviale tra Motta di Costigliole e San Marzanotto, nella prima fase delle ricerche tra gennaio e febbraio, ora a finire sotto l’occhio dei sub è l’area tra il ponte di corso Savona e il territorio di Castello d’Annone.
Ma il maltempo non aiuta. Infatti nonostante il reparto torinese seguisse una mappa dettagliata con indicazioni geomorfologiche fornite dall’agenzia Magistrato del Po su secche, correnti e fondali, alla fine i sommozzatori non sono riusciti a buttarsi nelle acque agitate del fiume.
Nei prossimi giorni continueranno le ricerche. Intanto i carabinieri coordinati dalla Procura di Asti continuano a indagare. L’unico fascicolo aperto dal sostituto procuratore Laura Deodato è per istigazione al suicidio, senza nessun nome inserito nel registro degli indagati. Gli inquirenti pensano che Elena possa essersi allontanata di sua volontà senza costrizioni. Si parla di istigazione perché se la donna avesse deciso di farla finita lo avrebbe fatto spinta da pressioni psicologiche.
Mentre nuove testimonianze e nuove piste emergono dalle trasmissioni televisive e non trovano riscontro nelle indagini della Procura, chi continua a contraddirsi è invece il marito della mamma di Costigliole d’Asti, Michele Buoninconti. La sua ricostruzione di quella mattina non combacia con il racconto della vicina e con quanto ripreso dalla telecamere del comune del paesino dell’astigiano.
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