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giovedì, 19 Settembre 2024

Borgo San Paolo invaso dai rifiuti

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Da anni ormai il quartiere di Borgo San Paolo versa in condizioni di forte disagio a causa di una gestione male organizzata e, soprattutto, della maleducazione di chi vi abita. La prima cosa che salta all’occhio passeggiando nella zona, da via Monginevro, passando per Piazza Sabotino fino a via Lancia, ma soprattutto nelle traverse più piccole e meno trafficate, è sicuramente la sporcizia.
Nella zona non c’è l’obbligo di differenziare i rifiuti, ma per chi avesse voglia, anche se molto sporadicamente, i cassonetti per la raccolta differenziata, (o ciò che ne resta), ci sono.
Passeggiando per via Monginevro ad esempio, non è difficile cogliere il malcontento dei commercianti che lamentano soprattutto di non vedere un netturbino da chissà quanto tempo.
Il titolare del Bar Tony ci racconta di come tutte le mattine ogni commerciante inizi la giornata con la pulizia del marciapiede all’entrata del proprio negozio, aiutati a volte dalle signore delle pulizie dei portoni a fianco. «A cambiare devono essere prima di tutto le persone che abitano San Paolo – spiega – non si può pensare di fare la differenziata se poi non si raccolgono gli escrementi del proprio cane». La situazione infatti è grave, camminare per via Costigliole, tanto per citarne una, significa dover camminare a testa bassa per fare lo slalom tra gli escrementi e sollevarla, significa dover guardare rifiuti di ogni genere abbandonati al fianco dei cassonetti. Molto più arrabbiato invece Christian Silvelli, parrucchiere di Mod’art: tutte le mattine fa la sua parte e spazza il tratto di marciapiede del suo negozio, ma per lui la zona peggiore non è via Monginevro, bensì via Cantalupo, dove abita. Inizia così il racconto degli orrori della «strada senza reti fognarie, che si allaga pericolosamente quando piove e l’acqua che arriva fino ai portoni crea delle voragini pericolosissime». «Ma la cosa che fa ancora più rabbia -racconta- è dover pagare tasse come la Tares e ritrovarsi in una via senza bidoni della spazzatura, o meglio ci sono, ma solo sull’incrocio con via San Paolo». Ma non è finita qui e Christian prosegue con il suo racconto, disilluso dal fatto che le cose possano davvero cambiare: «Via Cantalupo fino a qualche anno fa era una via privata, ma dall’ormai lontano 2007 insieme agli altri residenti, abbiamo deciso di raccogliere migliaia di firme e siamo riusciti ad ottenere il passaggio a via comunale. Sa cosa è cambiato? Nulla! La strada non è mai stata asfaltata, non ci sono marciapiedi e per entrare in casa quando piove dobbiamo fare il salto in lungo. Per non parlare di quando nevica, non viene mai nessuno a spalare la neve che resta lì per settimane. È una via dimenticata da tutti». Passeggiando in piazza Robilant invece, incontriamo il Aldo Migliaccio, a spasso con il suo cane: «Abito in via Issiglio ormai da quarant’anni e ho visto il quartiere andare in malora, la sporcizia e la maleducazione delle persone la fanno da padrone, ma prima non era così. Per quanto riguarda l’amianto, tutti ne sono a conoscenza, ma non so dirle se realmente qualcuno abbia mai fatto qualcosa di concreto per risolvere il problema. Sa -continua il Aldo con un po’ di malinconia – una volta, non si sapeva fosse così pericoloso per la salute e si usava quasi dappertutto».
Insomma come visto a San Paolo la situazione non è delle più felici, e amministratori e istituzioni non posso restare a guardare mentre la cittadinanza è stufa di vivere praticamente di fianco a delle discariche a cielo aperto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 
 

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