di Carolina Lucchesini
Un buco da 350 milioni, 10.000 alloggi popolari in vendita, 23.000 famiglie in lista di attesa e quasi 14.000 sfratti tra Milano e provincia (dati del 31/10/2014).
Sono queste le cifre che tratteggiano la sostanza e i confini dell’emergenza abitativa, un problema che da diversi anni è entrato nel dna della città di Milano. Che sta trasformando la vita nei quartieri, con la crisi che spinge alle porte del numero sempre maggiore di famiglie insolventi.
«Siamo una famiglia, viviamo in quattro in 32 metri quadrati, siamo regolari intestatari di un alloggio popolare. Abbiamo cercato di spiegare ad Aler che ci serve una casa più grande per crescere i nostri figli. Ma è passato un anno e mezzo, e di risposte non ne abbiamo avute». Marta sfila insieme agli altri abitanti di San Siro in quella che è stata definita “la Marcia della dignità”. Nei suoi occhi c’è rabbia e tristezza, senso di impotenza.
Jusef, invece, racconta che, insieme a sua moglie e suo figlio, hanno provato a mettersi in lista di attesa per un alloggio popolare ma, nel frattempo, non sapevano dove andare. «E quindi ci siamo fermati in una casa vuota».
«L’abbandono di questo quartiere da parte di Aler è stato intenzionale. Hanno un buco di centinaia di milioni e a loro conviene vendere gli alloggi, piuttosto che allocarli agli aventi diritto» spiega Rossella del Comitato Abitanti di San Siro, nato nel 2009. «Il livello di emergenza non è più contenibile e non si può pensare di risolvere solo con mezzi ordinari».
Aler e Piano Casa
Il buco di bilancio di 320 milioni ha portato Aler (Azienda Lombarda Edilizia Residenziale Milano) a identificare delle misure di appianamento che in poco tempo possano coprire il debito. La vendita di oltre 10.000 alloggi, tagli al personale, lotta alle morosità, quindi, fanno parte del pacchetto di risanamento. Nuove disposizioni che sono state possibili grazie all’articolo 3 del Piano Casa Lupi, che concede la vendita delle case popolari anche a prezzi di mercato.
Aler promette di dare la priorità nell’acquisto agli attuali inquilini, con sconti anche del 44% sul prezzo stabilito.
Se gli inquilini non hanno abbastanza liquidità per acquistarla, però, o non sono soggetti “bancabili” per un mutuo, ecco che scatta lo sfratto.
Da qui, le mobilitazioni di questi ultimi mesi e l’allarme del sindaco Pisapia, che ha chiesto al Prefetto di allentare l’uso della forza pubblica e al Ministro Lupi una proroga almeno temporanea degli sfratti esecutivi per finita locazione, contenuta nel Piano Casa.
A Milano secondo i dati dei Tribunali di Milano e Monza solo nel 2014 sono avvenuti 13.849 sfratti, di cui 9.964 per morosità e il resto per finita locazione. Cifre che si sono quasi triplicate rispetto al 2007.
L’agenzia sociale per la locazione
Per risolvere l’emergenza, il Comune di Milano ha creato l’“Agenzia Sociale per la locazione”, che interverrebbe nei casi di morosità incolpevole per tutelare i proprietari delle case e nello stesso tempo coprire le famiglie che si trovano in una condizione repentina di diminuzione del reddito.
«L’Agenzia dovrebbe partire ad Aprile 2015 – spiega Romano Guerinoni, Presidente della Fondazione Welfare che ha vinto l’appalto per la gestione. “Il tipo di interventi che prevediamo sono finalizzati alla creazione di un fondo salvasfratti in cui si chiede ai proprietari di rinunciare alla denuncia di sfratto e di stabilire un canone concordato con gli inquilini. L’Agenzia interviene per le morosità non pagate con un fondo di microcredito. Ovviamente, si devono realizzare le condizioni: perché non è detto che il proprietario sia d’accordo».
Secondo Guerinoni, entro la fine del 2015 potranno essere portati a buon fine non più di 150 contratti.
Cifre che fanno supporre che nei prossimi mesi il tema dell’emergenza abitativa sarà lontano dall’essere risolto.