Scusate il ritardo, ma ero impicciato in questioni diplomatiche ad alto livello. Così alte che non ho visto, né sono riuscito a fermare, l’ennesima e sciagurata sortita del capitano di disavventura Gigino Di Maio dai miei cari e affezionati lettori conosciuto come Er Meio.
Ieri, nel suo logorroico entusiasmo si è lanciato a proporre l’acquisto degli immobili pubblici agli sceicchi. “Venghino, venghino”, ha detto Gigino (sintesi dal titolo del Sole 24 Ore) con l’aria di voler apparecchiare una tovaglia per terra, come si usa nei mercati arabi, nei suk, tanto per capirci. E ciò nel giorno in cui lo spread accelera con la velocità di una Mercedes… e taglia il Pil dello 0,7 per cento. Complimenti al governo della Terza Repubblica.
Nostalgia canaglia: quando si era soltanto alla Prima, un signore di nome Enrico Mattei comprava pozzi petroliferi in Medioriente. Beato quel Paese che non ha bisogno di eroi, è vero.
Ma che razza di Paese è quello che dice “tutto bene, anzi benissimo”, per poi presentarsi con il cappello in mano?