Continua la lotta sui numeri dei posti letto per il nuovo Parco della Salute di Torino in Regione Piemonte. E se da un lato la giunta spiega le sue scelte come frutto di un piano che guarda al futuro e al progresso scientifico, per le minoranze il taglio dei posti letto e il nuovo progetto, per costi e conseguenze, sono inaccettabili.
A dissipare le acque è il presidente Sergio Chiamparino che classifica la notizia che il Regina Margherita chiuderà come una “fake news”. «Il progetto della Città della Salute va avanti da 20 anni e se ancora non si è arrivati alla fine è colpa dei particolarismi che non sono utili al futuro». Il governatore del Piemonte è sicuro della sua linea e del suo progetto che «è strategico per migliorare la cura dei piemontesi e importante anche per l’economia della Regione».
Ma dal canto loro le minoranze tuonano compatte: «La matematica non è un’opinione, è chiaro che i posti letto diminuiranno». Puntando il dito sopratutto sul caso dell’ospedale pediatrico Regina Margherita che in base al progetto dovrebbe subire una decurtazione di circa cento posti. «I cittadini pagano le tasse e vogliono la garanzia dei servizi», tuona la consigliera Stefania Baltzella dei Moderati.
E se i consiglieri della minoranza tirano fuori il pallottoliere l’assessore alla Sanità Antonino Saitta la butta sulla schiena. «Offriremo una qualità più elevata, una maggiore attenzione alla complessità e all’interdisciplinarita delle cure sarà quella che farà la differenza. Anche perché rispetto a come decenni fa erano stati concepiti gli ospedali il progresso scientifico fa sì che si richiedano meno ospedalizzazioni».
Insomma, rispetto agli attuali 190 posti utilizzati del Regina Margherita nella Città della salute ce ne saranno solo 90: questo è vero. Ma come precisa Saitta «vogliamo creare una rete pediatrica cittadina più estesa». Ipotesi confermata da Chiamparino che parla di un «potenziamento delle funzioni pediatriche sul territorio cittadino», a partire dall’ospedale San Giovanni Bosco «che sorge nella zona della città che ha il maggior numero di nascite ma manca di una maternità e una pediatria». Poi il Martini e il Cto.
«Pretendere di costruire una Città della Salute in cui tutto è uguale a prima non ha senso, allora tanto vale prendere le strutture che già abbiamo e abbellirle. Bisogna capire che oggi la qualità della cura non dipende dal numero di posti letto, ma dalla tecnologia e dalla professionalità».