di Moreno D’Angelo
Per ammodernare le infrastrutture di Torino e Piemonte servono oltre 6 miliardi e 128 milioni. E’ questo l’ammontare delle richieste al Governo oggetto del patto presentato congiuntamente dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e dalla sindaca Chiara Appendino. Si tratta di investimenti pubblici che riguardano un miglioramento diretto e fondamentale per infrastrutture, cultura e turismo, ambiente e ricerca che disegnano il Piemonte del futuro. Non a caso la sindaca lo ha definito come «un importante strumento di programmazione»
Nel patto per Torino e il Piemonte, che punta ad ottenere al più presto la firma della Presidenza del Consiglio, sono compresi anche interventi sull’assetto idrogeologico. In tal senso è stato specificato che si tratta di azioni strutturali già pianificate da tempo non legate alle emergenze del maltempo di questi giorni,come quella da 76 milioni per agire sulla Dora a monte di Torino. Sergio Chiamparino ha precisato come lo sviluppo del piano comporti nuovi impegni finanziari: «gli interventi del patto sono per circa metà già finanziati, ma le relative risorse devono ancora essere attivate producendo progetti che, a loro volta, necessitano di denaro per essere realizzati.
Per l’altra metà, che corrisponde a un importo di tre miliardi e 600 milioni, si tratta di fare un programma con il Governo per ottenere la copertura finanziaria». Con ottimismo il Presidente della Regione Piemonte ha aggiunto come il lavoro sia già imbastito e ci siano le condizioni per arrivare a una conclusione in tempi brevi: «Dal presidente Matteo Renzi abbiamo avuto la disponibilità del Governo e abbiamo già inviato la bozza del documento al sottosegretario Claudio De Vincenti. Riteniamo che ci siano le condizioni per arrivare ad attivare le risorse in tempi brevi».
Anche al sindaca Chiara Appendino auspica a breve una firma a tre del patto che definisce “uno strumento di programmazione importante”. La sindaca, entrando nel merito alle conseguenze delle esondazioni, ha aggiunto: «Come Città Metropolitana, con il presidente della Regione Chiamparino, stiamo lavorando anche sul fronte dei danni dovuti al maltempo dei giorni scorsi. Ci incontreremo questa sera per redigere l’elenco». Da segnalare le critiche del vicepresidente della Regione Piemonte Aldo Reschigna sul merito della filosofia mirata di intervento del piano: «La precedente Giunta regionale aveva disperso in decine e decine di rivoli gli interventi. Noi intendiamo invece concentrarci su 5 assi. Sono le infrastrutture, con la Pedemontana biellese e il completamento dell’area di corso Grosseto a Torino; la Città della Salute di Torino, per far partire l’area della ricerca e della didattica anche con il recupero dell’ex Moi; le scuole, con un check up completo sulla stabilità degli edifici soprattutto in chiave antisismica; i trasporti, con l’ammodernamento del materiale rotabile su gomma e su ferro, che non veniva fatto da anni; e l’ambiente, soprattutto sul fronte delle bonifiche ma anche su quello della prevenzione idrogeologica». Rientrano nelle priorità del piano anche gli interventi sull’attesa linea 2 della metropolitana di Torino e lo sgombero del campo Rom di via Germagnano oltre alla messa in sicurezza del fiume Po.