Si chiude l’inchiesta Stamina con ventidue nomi iscritti nel registro degli indagati. Oggi la Procura di Torino mettela parola fine al lungo lavoro di indagini.
A finire nel mirino dei magistrati, Davide Vannoni, ideatore del metodo e presidente della Stamina Foundation, e che ora correrà per uno scranno nel parlamento europeo con il movimento “Io Cambio – Maie”, Mario Andolina, braccio destro di Vannoni, medici degli Spedali di Brescia, un membro dell’Agenzia Italiana per il Farmaco, neurologi e medici.
Ora l’entourage del laureato in Lettere avrà venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogato o per presentare materiale in propria difesa o altri documenti.
Diversi i reati ipotizzati dal pubblico ministero Raffaele Guariniello, titolare dell’inchiesta: dall’associazione per delinquere aggravata e finalizzata alla truffa all’esercizio abusivo della professione medica fino alla violazione delle norme della privacy passando per la somministrazione di medicinali guasti in modo pericoloso per la salute.
Un metodo spacciato per “miracoloso” da Vannoni con video in cui pazienti e parenti elogiavano la prodigiosità di questa cura. E proprio quei fotogrammi in cui compaiono anche pazienti minorenni sono valsi a Vannoni e al suo team l’accusa di violazione della privacy, come detto.
Ma i magistrati hanno contestato anche il giro d’affari che gravitava attorno a questo mondo fatto di guarigioni incredibili: infatti chi voleva lasciare le proprie cellule in custodia doveva sbordare diecimila euro l’anno.
La prima a commentare i rinvii a giudizio è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Non sono stupita. Ora vedremo l’esito del processo. Questa è una vicenda che ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso e me con molte preoccupazioni e ansie”. E’ il commento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin».
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