I contagi in Piemonte corrono e la variante inglese, quella più contagiosa, sembrerebbe essere presente nella metà delle persone attualmente affette da Covid19; ieri sono stati registrati oltre 1600 nuovi contagi di cui 1.406 tra la popolazione generale.
“Questa situazione rende evidente, per l’ennesima volta, la necessità di dover prendere scelte anche radicali per la vita delle persone, tenendo presente però che non tutti possono organizzarsi. Penso al mondo della scuola, ad esempio, per il quale una tempestiva comunicazione alle famiglie e la possibilità di chiudere la settimana in presenza potrebbero fare la differenza sia nell’organizzazione familiare sia in quella scolastica: rispetto al totale dei nuovi casi quelli che arrivano da un ambito scolastico sono il 10% si tratta di un numero alto ma che ci consente di tenere duro ancora almeno fino a venerdì” commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.
“Siamo in una situazione molto simile a quella tra settembre e ottobre scorso, quando il tasso di crescita dei contagi era del 64%. Allora eravamo al principio della seconda ondata ma oggi, con un tasso di crescita del 48% rispetto alla scorsa settimana e del 66% nei primi giorno di questa, la situazione potrebbe essere ancora peggiore, sia per la variante inglese, sia a causa del fatto che gli ospedali sono già più stressati rispetto a quanto fossero dopo l’estate scorsa. Il fatto però che le scuole siano nuovamente le prime a chiudere rappresenta senz’altro una sconfitta della strategia italiana alla lotta al virus – conclude Grimaldi – e occorre dire con franchezza che chiudere anche le scuole dell’infanzia, le elementari e le medie senza un lockdown generale rischia di essere un paradosso inaccettabile: la sicurezza viene prima di tutto ma è intollerabile che, a un anno di distanza, si ipotizzano chiusure totali del mondo scolastico senza tenere minimamente in considerazione che per sopportare queste chiusure c’è chi rinuncia alla sicurezza – i nonni che devono badare ai nipotini – e al lavoro – le donne che sempre più spesso devono curare i figli”.